Qui non è che si vogliano tagliare per forza i panni. Ma se si accende la tv, e si beccano i Music Awards su Raiuno, un po' di scoramento viene. Sarà perché ho lasciato da pochi giorni un'altra diretta, quella di Raitre dalla Sardegna, di tutt'altre spezie e sensazioni. Sono rimasta secca, in particolare, su Raiuno, con i Dear Jack, che leggo arrivano da Amici, dove hanno vinto il "Premio della critica giornalistica". Chi è stato, che telefono all'Ordine? Ma andare a sbattere contro gli epigoni dei Modà? E come mai invece George Ezra da Bristol, diciannovenne e scoperto dalla BBC, con la sua chitarrina, ha subito un'aria più moderna e sincera, un soffio meno peregrino e provinciale? Ci fa balenare, tra l'altro, che qualche suo nonno possa avergli fatto ascoltare i Fendermen.
Siamo sempre lì. Noi giriamo intorno alla provincia, il resto del mondo occidentale guarda avanti, vuole far piacere la qualità. E' un lavoro anche quello, non facile e scevro dai premi della critica giornalistica, che non sceglierebbe comunque mai l'obiettivo che si vede qui. I nostri ragazzi meritano di girare con una musica diversa nella orecchie.
Questo piccolo mondo dell'Italia pop schiavo dei talent e dei soliti noti dà una terribile malinconia. La musica è altrove.

Marinella Venegoni


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