MUSICA




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Giorgia, vibrazioni da diva vera d’antan



Nel colorato mondo del pop italiano contemporaneo ci sono le dive-carabiniere come Pausini ed Emma, le dive-soldatine come Elisa, e poi c’è Giorgia: che non è né assertiva come le prime due, né artisticamente diligente come la terza. È un’artista, Giorgia, che a parte la voce che così non ce n’é, ricorda un po’ le dive vere d’antan.

Emotiva, irrequieta, perfino fragile, come lei stessa ammette ed esorcizza in Senza paura, il nuovo album. Forse per questo la sua carriera ha avuto un percorso sinusoidale, con esperimenti anche avventurosi, silenzi, ritorni. Ma negli ultimi anni, tale percorso si è fatto più netto, Giorgia ha puntato più deciso sulle proprie doti, e su un repertorio nuovo e antico che la porta a un tour grandioso e degno di un profilo di interprete di primissimo livello.

Il debutto dell’altra sera all’esaurito Palasport di Padova (occultato senza segnali in una bruttissima periferia, senza nomi delle vie né numeri civici) ha mostrato così un’artista a tutto tondo, molto simpatica e sempre (si sospetta) un po’ timida, che però quando apre bocca non ce n’è per nessuno: non a caso nel parterre si sta seduti, che è anche il segno di un rispetto meritato. Le hanno disegnato intorno un set («come un nido», dice lei) originale, elegante, supertecnologico fin dalle lucette rosse che le accendono l’abito all’apertura con Quando una stella muore; l’accuratezza dello sfondo del palco, su due livelli, dà un’idea di 3D, così come le proiezioni che le danzano intorno. Tutto è perfetto, tranne Gucci il cui stilista non ha capito un ciufolo di chi Giorgia sia.

Ma di un buon barolo non si guarda la bottiglia e lei intanto recupera vecchi successi, si infila nel soul e ruba le budella in una Come saprei dove senti le stesse vibrazioni della miglior Whitney. Ha fatto dunque pace con la sua voce, anche, e il misto di virtù e modernità che ne esce è capace di riabilitare anche Girasole, vecchio brano di un periodo «sperimentale».

Su suggerimento dei fans su Facebook, ha poi messo insieme un medley con Come Thelma e Louise e altri pezzi che va a cantare in un palchetto accanto al mixer, godendo dell’abbraccio della folla. In due ore, rispolvererà ballads come Pregherò e Vivi Davvero alla disco, o Tu mi porti su di Jovanotti, lanciandosi anche in Serenata rap e in Strani amori della Pausini, omaggio a un’amicizia e ricordo degli esordi, vent’anni fa.

Il tour è la celebrazione dichiarata degli attuali 43 anni, età giusta per consolidare ciò che è rimasto sottotraccia; un po’ invoca «armonia intorno al mio lavoro», un po’ si dice pronta a «uscire dai canoni», e si spera che lo faccia portandosi dietro la saggezza acquisita, con la stessa cura di cui si occupa del suo bambino. Che è arrabbiato «perché ha messo insieme la musica con il fatto che me ne vado di casa, e non gli piace tanto». Annuncia che non sarà a Taormina al concerto con la Pausini per via di questo tour, ammette di aver detto di no a X-Factor dove la volevano giudice: «Non è perché registrano a Milano. Milano mi piace, Roma, come dice Verdone in La Grande Bellezza, un po’ mi ha delusa».

Prossime date: 6 Rimini, 7 Bologna, 10 Milano, 13 Torino, 14 Ancona, 17 Roma, 20 Napoli, 22 Firenze, 25 Verona. Tour estivo dal 16 luglio (Piazzola sul Brenta).

Marinella Venegoni
www.lastampa.it