MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Prince figliol prodigo, White-fulmine, addio ad Hurricane, torna Moroder...



Quante notizie nel fine settimana pasquale, sembra quasi che gli artisti non vadano in vacanza… (e invece).

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La più grossa delle novità pasquali, è il ritorno di Prince alla casa madre Warner, quella che lo allevò con i suoi dischi migliori e certo meglio distribuiti, quella dalla quale poi si allontanò scrivendosi in faccia nel '96 “Slave” e privandosi anche del nome. Ricordate? Afkap, “artist formerly known as Prince”. Bene, tutto finito. Il ritorno è certo da uccisione del vitello grasso, conviene alla casa madre che rilancia il suo gioiello con più scientificità, come non eravamo più abituati; e conviene al genietto di Minneapolis che tornerà in controllo del proprio catalogo. Sono (per puro caso…) i trent’anni di Purple Rain, il suo sesto fantastico album, che sarà rieditato in estate. Pensare che così minuto e riccioluto sembra ancora un putto del rock.

C’è un disco di inediti, “Plectrum Electrum”, con la nuova band 3rd Eye Girl, registrato con le tre fanciulle in analogico, ispirato sembra nientemeno che a Led Zeppelin, e Jimi Hendrix. Gli essai in rete sono stati prontamente rimossi… Avete fatto in tempo ad ascoltare il singolo? Io no. La notizia, per la cronaca, è stata data da Billboard.

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Invece mentre voi stavate al mare (magari sotto la pioggia, com’è successo a me, per una volta che ci vado…) in 4 ore Jack White, di cui abbiamo parlato da poco, ha inciso e dato alle stampe la title-track di “Lazaretto” e la cover di “Power of my love” di Elvis Presley: è successo il 19, Giorno del Negozio di Dischi per dirlo in italiano, durante un concerto per happy few presso la “Blue room” degli studi, dove il Nostro ha registrato direttamente su vinile dalle 10 del mattino, arrivando sul palco con due finte guardie del corpo.

Si era naturalmente a Nashville, White poi ha continuato a suonare con i suoi mentre i master andavano alla URP per la stampa. “Lazaretto” si rivela come un eclettico e un po’ delirante rock alla White, sospeso fra lo stile del suo primo album solista Blunderbuss e il sound dei White Stripes, chitarra lancia in resta nell’omaggio alla tradizione rock e violinone a confondere le prevedibilità.

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Notizie anche in casa di Moroder, di anni 73 alla faccia nostra. Rilanciato dai Daft Punk, si è rimesso a lavorare richiestissimo da Lana del Rey e da Guetta e sembra perfino da Miley Cyrus. Ha remixato intanto “Midnight”, uno dei pezzi inclusi nel prossimo “Ghost stories” dei Coldplay, e onestamente lo ha reso più vivace e ascoltabile di quel che mi pareva. Si può già scaricare su iTunes.

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Tristezza come nota finale. Se n’è andato nel sonno, a 76 anni, a Toronto, Rubin Carter, l’ex pugile noto come “Hurricane”. Aveva trascorso ingiustamente 19 anni in carcere per il colore della pelle, ritenuto colpevole di un triplice omicidio nel ’66 a Patterson nel New Jersey. Accusato da due pregiudicati che poi ritrattarono, dopo un’andirivieni dal carcere ritrovò la libertà solo nell’85.

Mentre era in prigione, mandò a Bob Dylan una copia della sua autobiografia. Dylan lo volle incontrare nel ’75, e tenne un concerto nella sua prigione, durante il quale lo stesso Carter dal palco parlò di quanto gli stava succedendo. “Hurricane”, famosissima, diventò il primo pezzo dell’album “Desire” del 1976

Marinella Venegoni

www.lastampa.it

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