MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​



​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​



MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
Shakira civetta ancora con le sgallettate (e il nuovo album scalerà le classifiche)

Non bisogna confondere Shakira con la vasta categoria delle sgallettate di successo, anche se ha sposato un calciatore (del Barcellona, Gerard Pique) e anche se con la categoria delle sgallettate cinicamente ci civetta da anni, in vista dell’allargamento del proprio mercato del lavoro, che infatti è immensamente cresciuto, fra canzoni centrate e tour assai sculettanti in giro per il mondo. Questa volta il ritorno è più pesante, perché sono passati quattro anni da «Sale el sol», e l’artista colombiana ha messo su famiglia e nuove radici in Spagna. Con l’album intitolato semplicemente con il suo nome che esce il 25 marzo prossimo in tutto il mondo, lei che in un tempo lontanissimo fu bruna, folkeggiante e alquanto dimessa, deve fare il botto definitivo negli Stati Uniti: la Sony ce la sta mettendo tutta, Shakira ha alzato volentieri l’asticella cantando in un inglese perfetto e poco in spagnolo, e mostrandosi più bionda che mai sulla copertina, discinta e con la chitarra in mano, così, tanto per ricordare che sempre di musicista trattasi.

C’è da giurare che ce la farà a salire sulle vette delle sempre più capricciose hit yankee, ad ascoltare «Shakira» e la sua furbissima scaletta, governata da una montagna di produttori esperti fabbricanti di successi, come va oggi per la maggiore. Nei 15 brani (nella versione deluxe, e 12 in quella regolare) ci sono ampie e prevedibili strizzate d’occhio alla dance più in voga ma anche pezzi sorprendenti come «Empire», dove di latino non si trova nulla: una costruzione molto orecchiabile che guarda a certo easy rock molto in voga, e diventerà presto una delle più cantate della primavera appena arrivata; eccola poi guardare alla discoteca più elettronica in una delle versioni della contagiosa "Dare (la la la"), dove si fa aiutare dal percussionista e cantautore brasiliano Carlinhos Brown Lego: il brano, registrato in Brasile, è stato scelto per una pubblicità importante di cui ancora non viene reso noto il nome,

Ma poi tutti i partner e le atmosfere sono scelte con cura estrema. C’è il segmento reggae pop con «Cut me Deep», accanto ai canadesi Magici, c’è la romantica ballad acustica per chitarra «23» dedicata al suo compagno Gerard Piqué, con in finale i balbettii del loro figlio Milan nato nel gennaio dell’anno scorso, e sembra appartenere a un altro album per quanto suona diversa e naturale rispetto al resto. Certo l’impronta generale è la varietà di atmosfere, in «Shakira». In «Medicine» duetta con Blake Shelton, collega coach nell’edizione americana di «The Voice» (neanche a questo appuntamento è riuscita a sfuggire). Non va poi dimenticato che l’album si apre con «Can’t Remember to Forget», il singolo che lanciò il suo ritorno, in duetto con Rihanna, dove l’accoppiata un po’ così faceva più clamore che non la stessa canzone e, più che aprire la porta sul mercato yankee, la sfondava direttamente; nell’album, c’è anche la versione in spagnolo, tanto per non dimenticare le radici.

Bisogna ammettere poi che Shakira è stata assai dedicata nel mettere in mostra tutte le sfumature della sua voce notevole, sia usando il timbro da contralto che insistendo con facilità sul versante più pop. Finora, tra l'altro, ha venduto circa 60 milioni di album nel mondo, vinto 2 Grammy e 8 Latin Grammy; è stata l’unica sudamericana ad aver mai raggiunto il primo posto nella hitparade Usa (ma non era che l’inizio).

Marinella Venegoni

www.lastampa.it

Shakira - Empire