MUSICA




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Crollano i dischi di Sanremo (il minestrone era indigesto)


Leggo sull'edizione online dell'autorevole periodico musicale "Musica&Dischi" che le vendite dei dischi sanremesi non è che funzionino granché, per usare un eufemismo.

Questo il testo:

"A una settimana di distanza dalla sua conclusione, il Festival di Sanremo - su cui buona parte della nostra discografia aveva puntato tutto - si sta rivelando un fiasco di dimensioni oltre ogni possibile previsione: la tradizionale compilation (quest'anno pubblicata dalla Universal) abitualmente subito insediata al vertice della classifica, questa volta si aggiudica una risicata quarta posizione, e la maggior parte dei titoli cede in graduatoria (con l'eccezione della vincitrice Arisa, che tuttavia non va oltre la seconda posizione né nei singoli né negli album) .

Un risultato assolutamente deludente, che pone molti interrogativi sul ruolo della manifestazione in rapporto alla promozione discografica".

Insomma (per dirla alla Mannoni), vale quel che si diceva in post precedenti. I televotanti non acquistano, oltre a votare le peggio come del resto i giornalisti. Il cast non è stato all'altezza delle aspettative, non ha creato né attesa né entusiasmi, Il minestrone complessivo ha annegato le canzoni, per quel che di buono c'era. Aggiungo, rispetto a Musica&Dischi, che il problema non è solo la promozione discografica. Tutto l'impianto del Sanremone - così com'è diventato da quando la musica è diventata un riempitivo - va rivisto, e alla grande (tanto, vox clamans in desertum) se si intende continuare a farne un contenitore di canzoni e musica popolare. Altrimenti, si passi ai materassi.


Marinella Venegoni
www.lastampa.it