MUSICA




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«Il lago dei cigni» in scena senza orchestra


Acque agitate per i candidi cigni di Ciaikovsky che all’Opera di Roma dovrebbero allietare le feste del pubblico romano. Più che una commedia all’italiana è stato un thriller quello vissuto in questi giorni dai lavoratori del Teatro Costanzi, che dopo le assicurazioni di Marino alla vigilia del trionfale Ernani verdiano inaugurale diretto da Muti a novembre, si sono sentiti traditi dall’improvviso voltafaccia del sindaco. Nei giorni scorsi una folta rappresentanza delle forze sindacali del teatro aveva presidiato a lungo il Campidoglio manifestando preoccupazione e minacciando azioni di lotta. Salvati gli stipendi di novembre e dicembre grazie alle sovvenzioni regionali, resta il grave problema della mancata concessione dei promessi finanziamenti comunali che spinge il Teatro nelle more della legge Bray 112/2013, dove si prevede un piano di ristrutturazione aziendale con tagli del 20% agli stipendi e del 50% al personale tecnico e amministrativo.

Da istituzione di eccellenza insomma il Costanzi passerebbe così ingiustamente a teatro in crisi a causa del disatteso protocollo di intesa firmato a novembre da Marino con le rappresentanze del teatro. Partito Muti dopo le repliche di Ernani , il sindaco ha nominato il nuovo cda in gran fretta per inguaiare entro i termini di legge il Costanzi. Tra i nuovi consiglieri il compositore di chiara fama Giorgio Battistelli accademico di S. Cecilia, l’economista Matteo Fabiani, il professore universitario Alessandro Hinna, il giovane Paolo Petrocelli, Francesca Chialà e la popolare attrice e regista Simona Marchini. Ieri il cda ha poi proceduto, secondo le indicazioni del sindaco, alla nomina del nuovo sovrintendente nella persona di Carlo Fuortes (ieri alla prima apparizione all’Opera nella sua nuova veste) che si vedrà obbligato probabilmente a lasciare la carica di amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma dove potrebbe tornare a sostituirlo Bettini. Ma siamo nel campo delle ipotesi plausibili.

Intanto ieri c’è stata grande incertezza per la prima del Lago dei cigni , che lo sciopero ha minacciato di far saltare completamente. Per Micha van Hoecke, direttore del ballo, far saltare il Lago sarebbe stato comunque un danno all’immagine del Teatro, sicchè si è pensato di poterlo mettere in scena senza l’orchestra, ma su basi musicali registrate. Il che ha suscitato l’opposizione dell’orchestra stessa, tanto da pensare quasi di ridursi al solo pianoforte con grande danno per la musica. Alla fine si è optato per un playback totale con tanto di avvisi all’ingresso, per gli spettatori, che comunque hanno applaudito la compagnia alla fine di ogni atto.

Giorni fa le organizzazioni sindacali (Slc-Cgil, Fials-Cisal e Libersind-Confsal) avevano inviato una allarmata lettera aperta a Napolitano ed al ministro Bray ( per conoscenza anche a Zingaretti, all’ assessore di competenza Barca, al plenipotenziario Nastasi e alla commissione cultura) che è rimasta però lettera morta.

Vi si denunciavano "forti pressioni da parte del Ministero (Mibac n.d.r.) per un ingresso del maggior numero di teatri possibile nelle previsioni della legge 800/67, riempiendo di contenuti tale legge, anche attraverso un adeguato finanziamento da parte del Governo, finanziamento che a tutt’oggi risulta inadeguato quanto ormai quasi simbolico essendo stato negli ultimi anni praticamente dimezzato.”

Così, se da una parte si è evitato il temuto commissariamento, dall’altra si è di fatto costretto al declassamento il Costanzi, che invece di appartenere all’ Empireo dei virtuosi come Cagliari, il Regio di Torino e la Fenice di Venezia, oltre ai benedetti da Dio Scala e S. Cecilia, sarà piombato nel baratro dei teatri di seconda fascia, con grave danno di immagine e di prestigio, nonostante i lodevoli sforzi indiscutibilmente compiuti in questi ultimi anni con la garanzia della presenza galvanizzante di Muti in qualità di direttore musicale onorario. La delusione è naturalmente forte, perché questo avviene proprio nel momento di massima spinta in avanti del teatro, che mai sinora aveva raggiunto la ribalta del Festival cult di Salisburgo, un must della musica nel mondo, né le edicole dei giornali per sue registrazioni discografiche. Ai più risulta del tutto incomprensibile come un Lago dei cign i sia andato in scena senza orchestra, come in un karaoke danzato. Una vergogna che avremmo voluto fosse evitata a chi ama le sorti della musica a Roma. Se non fosse l’amara realtà, sembrerebbe quasi davvero la avvincente trama di un giallo che nemmeno la più fervida immaginazione di un genio come Hitchcok avrebbe saputo immaginare, un film in cui inaspettatamente il colpevole è proprio colui che voleva apparire come il salvatore della patria. Piange davvero il cuore che questo accada proprio in questo momento, perché potrebbe rischiare di allontanare dal Teatro definitivamente Muti ossia proprio quel maestro che in questi ultimi anni è stato per la lirica a Roma garanzia di qualità e di eccellenza. Ma sembra che il finale sia stato ormai scritto. E che le strade della ragionevolezza siano state disertate.

Lorenzo Tozzi

http://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/2013/12/22/il-ballo-dei-quaquaraqua-il-lago-dei-cigni-in-scena-senza-orchestra-la-prima-all-opera-ha-rischiato-di-saltare-del-tutto-musicisti-in-sciopero-usate-basi-preregistrate-1.1201343