MUSICA




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Luca Carboni, le stelle del pop italiano illuminano la festa del suo trentennale


Al Paladozza di Bologna, alla premiere del "Fisico & Politico Tour", c'erano tutti: Jovanotti, Elisa, Ron, Morandi, Ferro, Alice, Antonacci, Curreri, Mingardi, Bersani, Sinigallia, Saturnino. Mancava solo Lucio Dalla - che fu determinante per il prologo dell'avventura musicale del festeggiato - che è stato più volte evocato nel corso della serata irripetibile

Un fascio di taglienti luci blu accoglie Luca Carboni sul palco del Paladozza, giusto al centro di Bologna (dove "non si perde neanche un bambino", avrebbe detto Dalla), scelto deliberatamente, come luogo storico della musica bolognese, per celebrare questa festa. Carboni fa trent'anni di musica, e l'onda lunga del disco Fisico & Politico, in cui rivede con gli amici i pezzi della sua storia, si estende fino a questa serata unica, davvero speciale, diciamo pure irripetibile.

Se la quantità e la qualità della presenze si misurano dall'affetto che si porta verso qualcuno, allora vuol dire che Carboni è amatissimo, forse più di quanto lui stesso avrebbe immaginato. Sta di fatto che alla chiamata hanno risposto tutti, da Jovanotti a Elisa, da Ron a Gianni Morandi, con Alice, Riccardo Sinigallia, Saturnino, Gaetano Curreri, Andrea Mingardi, Biagio Antonacci, Tiziano Ferro, Samuele Bersani, un cast stellare, tutti lì a festeggiare l'amico, con amore e dedizione. A cominciare da Ron, proprio in apertura di concerto. Fu lui il primo a dare fiducia al ragazzino che gli portava demo e testi di canzoni. Ron gli disse di andare da Vito, l'osteria dove la notte, ai tempi, si riunivano i protagonisti della musica bolognese, Dalla, Guccini, Ron, e da lì cominciò tutto. Dalla rimase colpito dal talento di Luca, lo invitò in studio, gli tese una piccola trappola, nel senso che lo fece cantare senza che lui sapesse di essere registrato (visto che pensava a se stesso più che altro come autore) dimostrandogli poi che in fondo la cosa migliore era che le canzoni se le cantasse in prima persona. Giusto l'inizio di una lunga storia, vissuta prevalentemente qui, nel cuore di Bologna, con riverberi che hanno colto il segno di una nuova generazione che aveva bisogno di nuovi cantautori, capaci di esprimere, dopo la carismatica magniloquenza dei grandi, la debolezza e la fragilità del nuovo sentimento giovanile.


Questo è stato Luca Carboni, con le sue "farfalline", le sue tenerezze intime, i piccoli sogni disillusi, le speranze negate, le fughe al mare, verso orizzonti nuovi. A raccontarla, questa storia, erano in tanti, con un palasportgremito e festoso, sempre più eccitato dal vedere uno dopo l'altro i complici di questo percorso: Alice, arrivata a duettare su Farfallina, Tiziano Ferro, perentorio e caloroso su Persone silenziose e Pensieri al tramonto, Elisa risplendente e carica su Vieni a vivere con me. Qualcosa Luca se l'è tenuta per sé, vedi Silvia lo sai, altre volte si è concesso un paio di cover, come Eppure soffia, cantata col figlio di Pierangelo Bertoli, oppure Ho visto anche degli zingari felici, il capolavoro di Claudio Lolli, anche questo pura espressione del cuore poetico di Bologna.

Unica, tragica, insopportabile assenza, è stata quella di Dalla, la cui figura aleggiava intorno, in questo stesso Palasport dove veniva a tifare la Fortitudo di basket, quel Dalla che manca a tutti, che manca a Bologna, e che più manca, più ci si rende conto di quanto è stato decisivo per le vite e per le carriere di molti. A ricordarlo è arrivato Morandi, e con Luca hanno cantato una sublime Piazza Grande che ha sbancato il palasport. Altro protagonista assoluto, com'era ovvio, è stato Jovanotti che ha infiammato la serata in duetto su Ci vuole un fisico bestiale lanciando in orbita il più timido Carboni. Unica macchia, si fa per dire, la riproposta di È Natale tutti i giorni. Fu il frutto di un sodalizio che i due vissero nel 1992, con tanto di tour in comune, e l'incisione della cover del pezzo degli Extreme. Era già brutta allora, e vent'anni dopo, a parte l'appropriato augurio natalizio, non è migliorata, anche se Lorenzo ironicamente ha spiegato che il "ricordo rende migliore anche la sventura". E, brutta per brutta, l'hanno anche cantata pessimamente. Ma una svirgolata ci sta, in una serata che rimarrà memorabile per tutti i presenti, per Carboni, per tutti gli ospiti che per una volta si sono ritrovati a unirsi non per una nobile causa (terremoti e quant'altro) ma semplicemente per festeggiare la simpatia, la tenerezza, e il talento di un caro amico.

Gino Castaldo

http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2013/12/21/news/luca_carboni-74192715/?ref=HRERO-1