MUSICA




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E finalmente Elisa cantò in italiano - Esce "L'anima vola" (con Liga, Ferro e c.)


Le canzoni, come i bambini, per crescere hanno bisogno di un proprio spazio che alimenti la fantasia. Forse nemmeno se ne rendeva conto Elisa, quando incinta del secondo figlio Sebastian, che ha ora 4 mesi, si tormentava alla ricerca di un filo conduttore per il suo primo difficile album in italiano, «L’anima vola», che vede la luce domani. Disco difficile, perché fin dai primi esperimenti musicali nell’adolescenza, la cantautrice aveva scelto l’inglese come lessico del proprio mondo segreto: questa volta dunque, è stato come uscire in un territorio misterioso, un gesto di maturità amorevolmente consigliato dalla sua attentissima discografica: «Caterina Caselli ci teneva, prima o poi volevo riuscirci. Ci ho messo sedici anni», sorride adesso.

Oltre che pienamente comprensibile, l’album è assai gradevole: un’infilata di 11 canzoni fra le quali il singolo in onda non è nemmeno la migliore. Tessuto musicale e produttivo complesso, ma le melodie hanno un impatto immediato; con la capacità poi di Elisa di dar fondo alle sfumature ricche della sua bella voce senza far venire il latte alle ginocchia come accade ad altri. Tante le collaborazioni: una canzone regalata da Ligabue, la ballad «A modo tuo», sorta di «My Way» dedicata dal rocker alla figlia; una collaborazione sfiziosa con Tiziano Ferro al testo e alla voce in «E scopro cos’è la felicità»; una musica riconoscibilissima di Morricone che si apre con «Per Elisa» in «Ancora qui», «Ecco che» con il testo di Sangiorgi. Una qualità complessiva internazionale, a dispetto dell’idioma.

Racconta ora Elisa, come sollevata, del magmatico processo creativo: «Nemmeno accendevo il registratore. Avevo preso una casa per stare da sola, un cascinale in campagna, niente di speciale, per suonare il piano: e a lungo ho solo suonato, il problema era trovare una cosa da dire. Quando il motore si è acceso, tutto è stato veloce». Era anche un problema di spazi fisici, per la sua anima (come per i bambini): «Negli ultimi anni non avevo un posto per me. Prima di Andrea vivevo da sola, poi ero talmente presa fra Emma, la mia prima bimba che ora ha 4 anni, e il tour... Ho capito che mi ci voleva un posto e non uno studio, dove girare, farmi il tè, suonare il piano 3 ore. Quel casolare di contadini è stata la vittoria, ho iniziato a scrivere e suonare, ho imparato a giocare con tutte le macchine, non avevo neanche un tecnico. Un miracolo. Cercavo di trovare la mia voce, volevo cantare come mangio: quello che non mi piace, di tanti autori italiani, è che c’è una farsa di parole che non diresti. Per questo amo Vasco, Ferro, Ligabue, volevo cantare come se stessi parlando».

Pezzi poi nati in tre mesi, «Come se uno chiamasse l’altro».

Racconta anche, Elisa, dell’emozione nel far ascoltare il tutto a Caterina: «Avevo le mani sudate, come a 15 anni. E quando ho capito che le piaceva, ho avuto una reazione emotiva...». Nella scelta degli ospiti, non sempre ha portato a casa quel che cercava: «Pensavo a un arrangiamento di Morricone, e lui mi ha risposto "Solo se scrivo", e mi son trovata questa musica incredibile, con dedica "Per Elisa" da schiattare; ho chiesto un testo a Ligabue, e lui mi ha detto "No, ascolta questa...". L’unico che volevo proprio com’è venuto è stato Tiziano Ferro; a Sangiorgi avevo chiesto aiuto per la canzone del film di Veronesi, cercavo le parole e non le trovavo mai».

I testi di «L’anima vola» sono intimisti, personali, non riconducibili al mondo sofferto che ci circonda: «Sono canzoni un po’ più dirette del solito, parlano di me e di sentimenti forti che ho provato negli ultimi anni; in ogni disco faccio sempre il punto della situazione: ci son stati cambiamenti nel mio gruppo, questo è ciò di cui si parla. Eravamo partiti come una band affiatata, lo sfilacciamento non è stato indolore. Ma ho voluto cantare in italiano proprio pensando alla crisi, perché il messaggio sia recepito totalmente, per sollevare anche ammettendo un dolore». Nei prossimi giorni la vedremo da Fazio e a X-Factor; il tour s’inizierà a marzo 2014.


Marinella Venegoni
www.lastampa.it