MUSICA




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Dopo Yorke, Byrne contro Spotify "Artisti medi non posson campare"


Sul suo blog dalle pagine online di The Guardian, David Byrne ha sferrato un attacco decisivo allo streaming online, che supera e precisa il grido di dolore già lanciato tempo fa da Thom Yorke. Sotto accusa Spotify, Deezer e i loro fratelli. "Io ho tolto tutto quello che potevo del mio catalogo da quei servizi", ha spiegato. Ma ha anche aggiunto che il problema dello scarso incasso non è tanto suo e di altri artisti di alto livello, quanto dei personaggi medi del mercato della musica: "Io, Thom Yorke ed altri possiamo vivere benissimo anche con quella specie di elemosina, ma altri emergenti non hanno il nostro stesso vantaggio, faticano con il catalogo e i diritti e i live. Penso a St. Vincent, con la quale sono ora in tour. Molti di loro saranno costretti a cercarsi un secondo lavoro e non potranno campare solo di musica".

La proletarizzazione della classe media della musica popolare sembra dunque un dato inevitabile se Yorke, Byrne e soci di quel livello la pensano in quel modo. Io mi chiedo soltanto, ora, di quanto e cosa abbia bisogno un artista per vivere bene. Peccato che non riusciremo mai a fare i conti in tasca ai nostri beniamini. Se non altro, il mistero ci aiuterà a risparmiarci delusioni e paragoni impietosi con le nostre vite quotidiane al tempo della crisi.



Marinella Venegoni

www.lastampa.it