MUSICA




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Rita Pavone torna con un doppio cd: «Con Masters vi presento un'altra Rita»


«Quello che ho avuto io negli anni Sessanta non l'ha avuto nessuno» ammette Rita Pavone, che pure si è sentita un po' strettina nell'essere 'quella del Geghege' o della partita di pallone, o peggio ancora della 'pappa al pomodoro', «che faceva parte di una commedia musicale e non doveva essere estrapolata a quel modo». A 68 anni, l'ex 'pel di carota' si toglie la soddisfazione di presentarsi come «un'altra Rita» con un doppio cd, 'Masters', che spazia dal rock anni 50 allo swing, dalla ballate al pop americano degli anni 60.

Questo disco, che esce a 19 anni dall'ultimo di inediti e a quasi 9 dall'abbandono delle scene, è soprattutto la realizzazione di «un sogno che mi porto dentro da 50 anni» perchè «Masters - spiega Rita sul barcone ormeggiato sui Navigli del famoso locale 'Le scimmiè - non si riferisce solo alla macchina a 24 piste, ma ai maestri ispiratori». Quei grandi della canzone americana che lei, adolescente, aveva la fortuna di ascoltare in anteprima «perchè mio padre, che lavorava sulle navi, mi portava dei dischi che sarebbero arrivati solo anni dopo in Italia». Mentre gli altri ragazzini ascoltavano Claudio Villa, Rita scopriva il rock e sognava, un giorno, di farlo suo. Quindici di quelle canzoni - da Lazy River a All Nite Long, da Once Upon a Time a By Myself, da Rainin' al singolo I Want You With Me - sono state scelte per questo album e proposte sia in lingua originale sia in versione italiana, con alcune traduzioni curate dalla stessa Pavone - un paio con il cantautore milanese Dario Gay - e altre da Franco Migliacci, Lina Wertmuller ed Enrico Ruggeri, che ha firmato un terzo dei pezzi. A completare la squadra, il giovane arrangiatore Enrico Cremonesi, che ha reso più attuale il sound originario e ha diretto l'orchestra nella registrazione live al Forum Village di Roma. Ora che ha il doppio cd - mixato dal vincitore di 4 Grammy Awards, James 'Bonzaì Caruso - tra le mani, Rita sente «la stessa emozione di quando nel 62 strinsi tra le dita il 45 giri di 'la partita di pallonè». Otto anni fa aveva annunciato l'addio alle scene e si era trasferita dalla Svizzera a Mallorca, ma «c'era un tarlo che mi rodeva» e quando ha visto Jim Carrey «in un'interpretazione drammatica da Oscar in 'Se mi lasci ti cancellò» ha capito che anche lei non voleva «essere ricordata come quella del Geghegè». Per non parlare poi di 'Pappa al pomodorò che «per un periodo sembrò che avessi cantato solo quel genere», proprio lei che nel '65 - ricorda - era il terzo nome in cartellone dopo Duke Ellington ed Ella Fitzgerald. Però «chi può cantare 'Pianissimà e 'Pappa al pomodorò con la stessa credibilità?' chiede intonando entrambi i brani con una voce che non risente dell'età.

«Se tiene bene come adesso non mi dispiacerebbe - confida - un altro 'Masters', c'è tanta bella musica nel mondo«. Intanto si prepara a tornare dal vivo, ospite di Morandi all'Arena di Verona, in uno dei due concerti del 7 e 8 ottobre che saranno trasmessi da Canale 5. Con l'amico Gianni farà un medley dei rispettivi successi, »che sono vecchi ma piacciono sempre, l'importante è crescere, non vivere sugli allori«. Lei a 68 anni ha deciso di cantare da sola, »di realizzare il mio sogno senza interferenze« compresa quella del marito, che non ha ancora sentito il disco ma »mi ha detto 'basta che tu sia soddisfattà«. Di più, orgogliosa: »questo disco - conclude - gratifica Rita«.

ilmessaggero.it