MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Ligabue all'Arena, la strada verso i nuovi inediti - (Ma "Il sale della terra" è bruttarello, no


Il cartello "Più Liga per tutti" rovinato dalla pioggia, un fiorire di mantelline colorate modello Arena bagnata. I rossa i gialli gli azzurri che restituiscono l'idea di una festa fanciullesca, come in effetti è, incurante del maltempo. L'unico che ci ha rimesso, scivolando sul palco bagnato, è stato proprio il Liga, più giovane col capello corto, il ciuffo alto un po' Elvis un po' punk, non sembra più lui ed è commosso davvero, ieratico, mentre canta a cappella, sommerso dai cori, "Il giorno del dolore che uno ha". Poi attacca la magnifica a vedersi orchestra dei 64 giovanissimi più uno (il maestro Marco Sabiu) e invenzione e tradizione danzano senza paura, mentre si affacciano "Il peso della valigia" e "Leggero". Un concerto pop rock con contorno di orchestra per dare l'arrivederci ad "Arrivederci Mostro" e riprendersi la strada che porta verso il nuovo disco di inediti, riscoprire ancora una volta la relazione amichevole ed ispirata fra giovani, giovanissimi e il loro idolo: uno che tanti anni fa ha pensato al rock come modello musicale per cantare le ambasce, le storie e i tipi del suo bar Mario, e gli è andata davvero bene.


Ligabue è tornato qui in omaggio al Centenario della Fondazione dell'Arena, un tempo (ormai lontano, pre-Gianmarco Mazzi) appannaggio della sola lirica. Esaurite in sole 2 ore le prenotazioni per le sei date dell'Arena, il che era anche prevedibile per un artista con uno zoccolo durissimo di fans: 72 mila persone in una settimana. Nel tempo ormai lungo che lo separa dal debutto, egli ci ha insegnato non solo i ritmi delle sue canzoni ma anche quelli della sua vita. E abbiam capito che alle parentesi di silenzio, nel mondo del Liga, fanno seguito autentici scoppiettii personali e artistici che difficilmente possono passare inosservati.


Questa volta, però, si è superato.


Prima, c'è stato il taglio epocale di capelli che lo ha praticamente ridisegnato nel fatale passaggio alla mezza età (il Liga ha 53 anni) alla fine dello scorso maggio, con esposizione dell'immagine al popolo.


Poi, il matrimonio con la sua Barbara, mamma della secondogenita Linda che ha ormai 8 anni, il 7 settembre scorso.


E ancora, ha concorso all'attenzione l'uscita del primo album da solista del fratello Marco Ligabue già con i Rio, il 10 settembre.


Subito dopo, e subito prima di questa tornata di concerti, ecco un libro intervista a cura di Giuseppe Antonelli, storico della lingua Italiana all'Università di Cassino, nel quale si cerca di svelare il misterioso connubio fra testi e musica, da parte di un personaggio che per quanto timido rivela poi, davanti alle domande più intime sulla propria tecnica di scrittura, una limpida serenità e chiarezza nell'esposizione.


Ben recensito il libro da gente di spessore del mondo accademico, raramente disposto ad abbassarsi al pop, Ligabue incassa intanto anche la gloria delle citazioni ripetute da parte del Primo Ministro Letta: l'ultima volta è ricorso al " Sud, terra di bellezza senza navigatore" per esprimere un concetto difficile da addolcire. Sono anni troppo problematici per mettere l'Italia nelle canzoni, se non fosse per Battiato e per lui tutti, ormai, si tirano indietro.
Ma dal libro di Antonelli, in una rincorsa senza fine verso il futuro, abbiamo intanto pure appreso i titoli e i testi delle canzoni che riempiranno il nuovo album di inediti (almeno su quello, grazie al cielo, resta una piccola sorpresa) in uscita il prossimo 26 novembre. E intanto è ovviamente uscito una settimana fa un singolo, "Il sale della terra" che manco a farlo apposta cita "Il capitano che fa l'inchino" proprio in questi giorni di diretta dal Giglio dell'epica impresa che riguarda la Concordia.
Insomma, le concomitanze si fanno inquietanti, e cooperano ad attirare l'attenzione forse più della stessa canzone, un doloroso (ma ahimé non così avvincente, neanche musicalmente) miserere rock sulle tribolazioni di questa crisi "che non è solo economica, ma sociale e di comportamento" come spiega lui al suo intervistatore. E "Il sale della terra' ha finito ieri sera per diventare il gioiello finale, quando l'Orchestra Sinfonica se n'è andata e scritte topiche sono apparse sul maxi schermo, mescolando Henry Kissinger ("Il potere è l'afrodisiaco supremo") con Jimi Hendrix ("Quando il potere dell'amore avrà superato l'amore per il potere, si avrà la pace") prima che Ligabue desse l'arrivederci al Mostro per avventurarsi nel nuovo mondo musicale.

Marinella Venegoni

www.lastampa.it

Ligabue - "Il sale della terra"