MUSICA




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Addio a Jimmy Fontana, uomo di Mondo - Scrisse "Che sarà" (i danni di Sanremo)

Jimmy Fontana era un uomo dalla gran voce, con la testa nello swing eppure un grandissimo successo legato a una bellissima canzone melodica, "Il Mondo", che è rimasta nell'immaginario collettivo a lungo e forse ancora un poco oggi, grazie anche alla sua ampia esposizione vocale e all'immediato appeal: era il 1965, alla manifestazione "Un disco per l'estate" esplose subito. La musica ebbe il testo un poco metafisico di un altro importante autore pop dell'epoca, Gianni Meccia, e l'arrangiamento curato nientemeno che da Ennio Morricone. Fu un botto che durò nei decenni, una bella canzone è una bella canzone per sempre.

Fontana se n'è andato dopo una lunga malattia. Avrebbe compiuto 79 anni il prossimo 13 novembre, era della generazione di Gino Paoli e Ornella Vanoni, nato nella culla dei primi inquieti. Ma il suo destino, dopo una quieta partenza di provincia nella provincia marchigiana, fu segnato subito in gioventù dal jazz, a Macerata dove aveva imparato a suonare il contrabbasso al Jazz Club locale. Universitario a Roma, si unì alla Roman New Orléans Jazz Band e abbandonò gli studi, iniziando anche a cantare, con il nome di Jimmy Fontana che sostituiva l'originario e più anonimo Enrico Sbriccoli. Il seguito fu in un'altra formazione jazz, la Flaminia Street Band, e un Trio poi tutto personale. Intanto conosceva e sposava Leda, che gli avrebbe dato 4 figli.

La sua ambizione era da compositore, e la personalità prepotente della voce ne fece un cantautore ante litteram. Il mondo italiano lo conobbe pop per la lunga frequentazione di Sanremo: vi debuttò nel 1961 con "Lady Luna", di Trovajoli e Dino Verde. Con la RCA incise una bella serie di 45 giri dalla presa immediata: "Cha Cha Cha dell'Impiccato", con Gianni Meccia, precursori i due della canzone demenziale; poi "Non te ne andare", dalla struttura non banale e nervosa, firmata anche da Gianni Meccia e dal leggendario Lilli Greco.

Ma fu "Il Mondo" il suo pezzo da novanta, un'imperdibile canzone degna di entrare fra i grandi standards internazionali. Un successo vasto, prolungato in quel tempo nel quale le canzoni non duravano nella memoria 60 secondi, come ora accade. Eppure Jimmy non disdegnò di cimentarsi con cover, come "Delilah" di Tom Jones, che si addiceva alla sua vocalità piena.



Un altro botto a Sanremo fu "Che sarà", cantata poi da José Feliciano: fu, in quel caso, una bella guerra con la discografia, perché la RCA si impuntò sui Ricchi e Poveri per l'esecuzione festivaliera, e Jimmy concesse di controvoglia l'autorizzazione.

Il resto della carriera, per quanto dignitosa, non rende altrettanto merito a questo autentico protagonista della canzone d'autore, però contaminato dall'effetto Sanremo, e forse non riconosciuto mai fino in fondo per i suoi meriti musicali.

Marinella Venegoni

www.lastampa.it