MUSICA




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L'addio a Roberto Galanti, un discografico tosto e degno


Roberto Galanti, 73 anni, discografico e scopritore di Eros Ramazzotti, è stato seppellito ieri mattina, dopo l'ultima lotta impari con il suo cuore che faceva le bizze da anni. Mi è spiaciuto moltissimo e mi mancherà, anche se il lavoro da tempo, con i suoi cambiamenti magmatici, ci aveva portati lontano. Con lui se ne va una figura di discografico con il quale era bello discutere, confrontarsi, arrabbiarsi anche ma sempre con grande rispetto reciproco. Lui amava il mondo del pop, le canzoni da far cantare alle masse: con questo impegno si era preso negli Ottanta un imberbe Ramazzotti, lo aveva portato dalla Terra Promessa a vette internazionali. Poi, c'era stata una separazione traumatica, che a tutti noi ricordo aveva fatto una certa impressione: ma come farà, Eros, senza quell'uomo che lo stesso artista definisce ora su Facebook il suo secondo papà? In effetti, non fu una grande idea, per Eros. Ma anni dopo c'era stata una riconciliazione, seguita da un nuovo divorzio nel 2008. I sentimenti però erano rimasti forti, com'era nell'indole dell'uomo.

Intanto Roberto lavorava. Pop sì, ma era stato l'autore nell'ultimo decennio di una forte rimonta di Enzo Jannacci sul piano discografico, con fior di progetti che sono poi stati gli ultimi del grande cantautore milanese; aveva anche collaborato con Venditti, e con le associazioni di categoria che alla sua lunga esperienza dovettero molto.

Non gli piacevano i cantautori, diceva spesso più per motivi ideologici che altro; inanellava furibonde discussioni sulla materia canzonettara e sulle logiche di mercato che avevano soppiantato il buon senso. Scrisse per Musica e Dischi, e anni dopo si ricordano suoi fondi furenti su Trade Home Entertainment, rivista per addetti ai lavori che dirigeva.

Ciao, Roberto.


Marinella Venegoni

www.lastampa.it