MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Rolling Stones, premiata ditta per mega eventi e anniversari

Definirla rendita di posizione è un po’ irrispettoso, ma spiega bene il clima che accompagna questa stagione dei Rolling Stones nella patria Inghilterra. Nei festeggiamenti dei 50 anni della loro storia, fanno notizia e cassetta quasi ogni giorno non solo perché rappresentano un band storica piena di grandi pezzi e di santini dissoluti che ne hanno combinate più di Bertoldo in Francia e ancora sono lì: no, fanno cassetta anche per la scelta maliziosa di situazioni metaforiche di grande impatto, giocando sul rapporto con lo spazio e il tempo. Ecco dunque che si sono appena esibiti (il 29 scorso) a Glastonbury, la madre di tutti i festival rock giovanili, tutto campagna tende e fango se piove (roba che come dice Roberto De Luca principe dei promoter nostrani, gli italiani scapperebbero a gambe levate) e hanno lì collezionato il record delle dirette della BBC nel ramo, con 2 milioni e mezzo di spettatori e rispettabilissime 100 mila persone paganti.

Ma sabato 6 luglio l’appuntamento è invece con il tempo, e con la memoria: sono attesi in 65 mila ad Hyde Park, nel centro di Londra, per un ulteriore concerto che altro non è che una data del tour, ma concepito per far andare in brodo di giuggiole i maniaci degli anniversari, e tutti coloro che pensano (non senza valide ragioni) che il rock sia materia da museo vivente da andare a visitare con rispetto e togliendosi il parrucchino dalla testa.

E’ evidente che non si tratta di un caso, per questo concertone che richiama titoli mirabolanti (noi compresi) e notizie nei tg. C’è la storia che bussa, e oltre alle rughe sulfuree di Mick Jagger e la bandana suonata del mitico Keith, altri rintocchi suonano l’evento. Il 5 luglio 1969, 44 anni fa, quelle stesse persone degli Stones, ancora ragazzi ma non per questo innocenti, suonarono - fra gli stessi alberi di stasera, davanti ai medesimi viali ordinati - per una folla smisurata (si disse 500 mila persone) e in uno dei memorial spontanei più ricordati.

Brian Jones, il loro amico, il fondatore e compagno di band, aveva tolto il disturbo dal mondo in fondo alla piscina della sua villa appena due giorni prima, il 3 (anche, tra l’altro, giorno della morte di Jim Morrison a Parigi, due anni dopo). Ma la morte lo aveva trovato già lontano da loro, che lo avevano messo alla porta dopo anni ormai di comportamenti ondivaghi, resi più frequenti da vari problemi di salute aggravati dall’uso di un repertorio di droghe che darebbero anni di lavoro a un ricercatore: non che gli altri fossero educande (tra l’altro, nel’67 il mite Keith gli aveva fregato la fidanzata, la famosa Anita Pallenberg, eroina tossica del rock, mentre lui era ricoverato in ospedale e ciò non aveva giovato all’armonia del gruppo), ma insomma reggevano, erano più forti, al punto che trent’anni dopo uno studioso di stili di vita americano avrebbe sentenziato che Keith, per come ci dava con le sostanze, sarebbe dovuto morire come massimo ai primi Novanta, mentre è ancora qui adesso con la sua bandana alcolica.

Alla notizia della morte, i sopravvissuti compagni reagirono da loro pari. Due giorni dopo ad Hyde Park, durante il concerto furono liberate nel cielo dai roadies duemila farfalle. E Mick vestito di bianco, con un collarone di cuoio con chiodi, sul palco lesse all’immensa folla un pezzo di «Adone» del poeta Shelley dedicata «all’ultimo imperfetto». Al suo fianco non c’erano solo Keith, Wyman e Watts, ma anche Mick Taylor, che era al primo giorno di lavoro nella band avendo rimpiazzato lo stesso Brian. E Mick Taylor stasera sarà nuovamente lì, ad Hyde Park, essendo stato incamerato dai vecchi compagni per rimpolpare la curiosità e il sound: cosa che tra l’altro fa ancora egregiamente come abbiamo visto all’anteprima del tour alla 02Arena, malgrado il panzone che gli ostacola la chitarra (Ron Wood sarebbe poi arrivato nel 1975).

Il 6 luglio quindi il gioco a rimpiattino con la memoria è più completo, alla luce dei vari particolari: che non comprendono il biglietto d’ingresso, 44 anni fa gratuito e ora a 95 sterline, e i promoter AEG hanno organizzato un mucchietto di ingressi da un migliaio di sterline con inclusa cena e posti imperdibili e comodi (perché i miti hanno i loro costi, e chi se li può permettere).

Marinella Venegoni

www.lastampa.it