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Pink Floyd, sì a Spotify se 'Wish you were here' supera 1 milione di stream

I Pink Floyd sono pronti ad autorizzare la diffusione del loro intero catalogo discografico in streaming su Spotify, ma a una condizione: che i click per ascoltare in streaming il brano "Wish you were here", l'unica registrazione di studio della band resa finora disponibile gratuitamente sulla piattaforma, superino il milione.

Della campagna, lanciata oggi su Spotify con il claim "Pink Floyd - Wish they were here?", stanno parlando i media di tutto il mondo. Va ricordato, però, che il catalogo dei Pink Floyd è già disponibile (anche in Italia) su servizi concorrenti come Deezer, anche se soltanto per gli abbonati alle opzioni a pagamento Premium e Premium +.

I rapporti della band di Roger Waters e David Gilmour con Spotify, invece, sono stati condizionati finora dal desiderio della società svedese di rendere disponibile l'intero repertorio anche in modalità gratuita (riconoscendo agli artisti una quota degli introiti pubblicitari). Nel febbraio del 2012, intervenendo al MusicTank Seminar di Londra, il manager dei Floyd Paul Loasby ricordava come il catalogo del gruppo fosse già stato distribuito a tutti i servizi di streaming gratuito nel 2007/2008, prima dell'avvento di Spotify e che questa modalità di fruizione musicale prendesse piede. "Facemmo 14 milioni di stream, ma su di essi guadagnammo una cifra appena superiore alle cinque cifre. Quando arrivò il momento di rinnovare il nostro contratto con la EMI, decidemmo che non volevamo collaborare con le piattaforme finanziate dalla pubblicità ma che eravamo disposti a lavorare solo con quelle a pagamento. Quando andammo negli uffici di Spotify nel 2010 la nostra offerta venne rifiutata: per loro era o tutto o niente". Oggi, evidentemente, le posizioni degli interlocutori e le condizioni di mercato e/o contrattuali sono cambiate.


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