Ormai quel che sta succedendo lo sapete. L'organizzazione del Concertone del Primo Maggio, di recente assurta a maggior gloria per il divertente brano di Elio e le Storie Tese del quale si è discusso pure qui su OTR, ha deciso di rifiutare la presenza alla kermesse di Fabri Fibra, il rapper accusato dall'associazione d.i.r.e. (donne in rete contro la violenza) di diffondere messaggi sessisti e misogini. Ora, nessuno ha mai pensato di bandire dai cinema l'arte di Tarantino per i suoi eccessi sanguinolenti: semmai se ne è colto lo spirito di denuncia e amplificazione di un fenomeno, come acutamente filosofeggiava la Roxy, ufficio stampa del Fibra di cui non sono nemmeno una fanatica. Ma questo niet dei sindacati, titolari del Concertone, che ha rimpiazzato da anni in tv la celebrazione della Festa del Lavoro, è tristerrimo e malinconico; perché denuncia la distanza culturale e sociologica della Triplice rispetto all'espressività contemporanea nella musica popolare, e rimanda soprattutto a un vecchio e sempre valido proverbio cinese: il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito. Sarebbe già da modificare, "Il complesso del primo maggio" degli Elii, con un altro paio di nuovi versi che stigmatizzino ridacchiando l'assurda censura.

Marinella Venegoni

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