MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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E ci salutano pure Califano e Phil Ramone (il pop fra gesti scaramantici e gran tristezza)


Ragazzi, datevi una calmata. Oggi ci ha mollati quattro a zero pure il mitico Califfo, Franco Califano, classe 1938. E intanto, dall'America arrivava la notizia della dipartita di Phil Ramone, 72 anni, produttore, musicista, 14 Grammy vinti, pianto da Aretha Franklin e Billy Joel ("un visionario", l'hanno definito).

Diventa difficile nell'imminenza ormai della Pasqua dare un senso a questo torrente di perdite così significative e importanti nel mondo della musica popolare. Si saranno dati appuntamento in cielo senza che noi sentissimo, sarà la solita storia che nel musicbusiness quel che fa uno per far parlare di sé poi tendono a farlo in tanti.

Per favore adesso fermatevi però. Anche voialtri colleghi di Enzo Jannacci, di Califano, di Ramone, smettetela con quei gesti maschilisti/scaramantici che non sta bene.

Cerchiamo di sopportare che una fetta della nostra memoria e della nostra arte se ne sta andando, proviamo perfino a sorridere. Il Califfo apprezzerebbe.

Califano, crooner in proprio con storie ardue di relazioni amorose strappacarne che hanno contaminato una serie di generazioni, autore di canzoni bellissime come "Minuetto" portata al successo da da Mia Martini, i testi de "La musica è finita" per Ornella Vanoni e quello di "E la chiamano estate" per Bruno Martino. Per sé, basti ricordare "Tutto il resto è noia". E' stato uno fra i tipi più pittoreschi della scena italiana. Ha alimentato nella sua vita la cronaca nera e quella musicale, è vissuto pericolosamente e si è riscattato con la musica, con i modi compìti, con la sua filosofia da womanizer.

L'unico artista che, dopo la prima intervista almeno una ventina di anni fa, mi mandò un mazzo di fiori fatto a torta che era una meraviglia. Guarda cosa mi viene in mente.

Caro Califfo, ci hai fatto un pessimo scherzo, alla vigilia di Pasqua. Ma non smetteremo di ricordarti, di cantarti, di citarti. E grazie dei fior.


Marinella Venegoni
www.lastampa.it