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E' morto Enzo Jannacci, il cuore e la musica di Milano. Addio al poeta in scarpe da tennis

Il cantautore, dottore, era malato di cancro e negli ultimi giorni le sue condizioni di salute erano peggiorate. Se n'è andato intorno alle 20,30 nella clinica Columbus di Milano. Con lui c'era tutta la famiglia. Sui social network si inseguono i saluti, da Fazio alla figlia di Gaber, dai Negramaro al sindaco di Milano
Vincenzo Jannacci, detto Enzo, nato a Milano il 3 giugno 1935, è morto nella sua città. Aveva 77 anni. Dopo aver lottato con la malattia che lo opprimeva da anni. Si è spento nella clinica Columbus di Milano, dove era ricoverato da alcuni giorni. Malato di cancro, negli ultimi giorni le sue condizioni di salute erano peggiorate, per questo motivo era tornato in clinica. Stasera se n'è andato intorno alle 20,30. Con lui, in ospedale, c'era tutta la famiglia.

Jannacci è stato un cantautore, cabarettista, attore e cardiologo italiano. Cinquant'anni di carriera senza schemi fissi, oltre i confini. Dopo aver registrato quasi trenta album, alcuni dei quali indimenticabili, è ricordato come uno dei pionieri del rock and roll italiano, insieme a Celentano, Tenco, Little Tony e Gaber, con il quale formò un sodalizio durato più di quarant'anni. Basta dire Gaber e Jannacci per evocare una Milano che non c'è più, quella della nebbia, già grande città ma non ancora metropoli, una Milano romantica, popolata di personaggi bizzarri e poetici. Di madre pugliese e padre lombardo, Jannacci la sua Milano l'ha sempre portata addosso. Come Gaber, che aveva conosciuto a scuola, all'Istituto classico Alessandro Manzoni. Alla sua morte, il dottore cantautore, riuscì a dire soltanto "ho perso un fratello".

Il 19 dicembre 2011 Fabio Fazio conduce uno speciale su di lui in cui amici di lungo corso del musicista milanese, presente in studio col figlio Paolo, lo omaggiano interpretando suoi brani. Tra cui Dario Fo, Ornella Vanoni, Fabio Fazio, Cochi e Renato, Paolo Rossi, Teo Teocoli, Roberto Vecchioni, Massimo Boldi, Antonio Albanese, J-Ax, Ale e Franz, Irene Grandi e altri. Enzo Jannacci compare nell'ultima parte dell'evento cantando due sue canzoni. Si capiva che stava male, che stava morendo, ma mostrava dignità e coraggio di fronte alla malattia. Capiva da medico che il suo corpo stava cedendo, ma lo spirito era sempre lo stesso e anche la voglia di cantare e ironizzare, col figlio Paolo, nato dal matrimonio con Giuliana Orefice, che gli dava le mani per suonare.

"Enzo Jannacci era un genio. Le sue parole che non riuscivano a star dietro ai suoi pensieri. La sua poesia ha inventato un mondo bellissimo", ha scritto Fabio Fazio su Twitter. E in rete continuano ad apparire messaggi, saluti, ricordi. Apparizioni di un uomo che ha sempre cantato la vita surreale, com'era, come la vedeva. E anche il Milan partecipa al cordoglio per la sua scomparsa, per la sua squadra Jannacci nel 1984 aveva scritto l'inno: "Il grande cantautore milanese era un grandissimo tifoso milanista" si legge nella nota pubblicata sul sito. "Tutto il Milan e tutti i Rossoneri apprendono commossi la notizia e si stringono con affetto e sgomento alla famiglia".

"C'era una volta il Derby, la culla del cabaret. Era il mondo di Enzo Jannacci, una personalità vera, spontanea, originale, estrosa duttile. Amicizie di grande livello artistico e intellettuale le sue: Giorgio Gaber e Dario Fo. Ma la sua avventura si è spesso intrecciata a grandi Milanisti come lui: Beppe Viola, Renato Pozzetto, Teo Teocoli. E allora sarà bello quando vince il Milan! Quante volte i Milanisti hanno fatto il coro al grande Enzo sul ritornello di questa celeberrima canzone. Cantautore e cabarettista, attore e cardiologo, Enzo, figlio del Liceo classico Manzoni di Milano, lascia a tutti noi e all'unico figlio Paolo una grande, grandissima, eredità. Ciao Enzo!", si legge sul sito.

Il saluto è anche quello del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che ha commentato su Facebook: "Ci ha lasciato un grande artista, un grande milanese. Enzo Jannacci ha amato Milano ed è stato ricambiato. Con la sua ironia e le sue canzoni ha raccontato la Milano più vera. Rimarrà nella storia della città".

Enzo Jannacci è stato uno dei più grandi interpreti della canzone italiana de protagonista della musica italiana del dopoguerra. Dalle canzoni di grande successo come "Vengo anch'io, no tu no" e "Ci vuole orecchio" o "E la vita, la vita" scritta con Cochi e Renato, ma anche "Quelli che" o "El portava i scarp del tennis", "Vincenzina e la fabbrica", "Andava a Rogaredo", "Ho visto un re" e mille altre. Dalla laurea in medicina al cabaret, dalla scrittura impegnata al teatro. Mattatore milanese che adorava la sua città, scriveva gran parte dei suoi brani in dialetto. I Nomadi lo salutano con un "Ciao Enzo, Grande Artista...
salutaci le stelle!" e allegano il video live di "Vincenzina e la fabbrica".

In tanti sul social network hanno voluto ricordare la "voce degli ultimi", come lo ha definito Claudio Cecchetto. "Ciao grande maestro" ha scritto il napoletano Gigi D'Alessio, a cui hanno fatto eco i Negramaro con una citazione da "Messico e nuvole": "Che voglia di piangere ho... addio Enzo!". A messaggi più sintetici come quello di Syria, che ha salutato Jannacci con un "ciao signor Enzo", si accompagnano twitt più personali come quello di Paola Turci: "Rimangono tutte le tue canzoni e un pezzo di strada fatta insieme". Ironico Frankie Hi Nrg: "Ciao Enzo non ti scapicollare". Triste Luca Bizzarri: "Cristo come mi dispiace. Addio, signor pur talento". "Enzo Jannacci, rimpiango un genio che se ne va insieme alla Milano meravigliosa delle sue canzoni", scrive Gad Lerner. Tanti e accorati i messaggi di Dalia Gaber, figlia di Giorgio: "Ciao Enzo, ti voglio bene" scrive postando una foto da giovani dei due celebri artisti. "Lo ricordo bene: intelligente spiritoso, surreale, geniale. Ha raccontato la poesia di Milano", ha scritto invece Enrico Ruggeri, "Al suo funerale Enzo Jannacci vedrà che tutti piangono davvero, non solo le suore", ha scritto su Twitter Red Ronnie citando la celebre "Vengo anch'io. No tu no.


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