MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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I Big cantano la storia di Sanremo - Bravure, inciampi e aiutini…

I Big cantano la storia di Sanremo - Bravure, inciampi e aiutini…

MALIKA IN MUSIC-HALL: 7

Smesso provvisoriamente il gioco della diva platinata e un po’ irraggiungibile di questi giorni, la più bella voce del Festival si è riconvertita ieri ballando nella canzoncina resa celebre da Antoine e dall’autore Riccardo Del Turco nel 1969, «Cosa hai messo nel caffé?». Un divertissement antistress.



DANIELE SILVESTRI: 8

Un omaggio privo di orpelli a Lucio Dalla, con «Piazza Grande» di Ron. Semplice come voleva la ballata che parla di un drop-out.



MARTA SUI TUBI CON ANTONELLA RUGGERO: 8

Come cambia l’aria, quando arrivano una canzone forte e una voce vigorosa. I Marta sui Tubi, graziati dai gorgheggi di Antonella Ruggiero, restaurano il successo vintage di «Nessuno» - che fu di Betty Curtis e di Mina - fra passione filologica e gusto della reinvenzione, nel segno di un virtuosismo non privo di orgoglio.



RAPHAEL GUALAZZI: 5

Troppo cerebrale la versione di «Luce» di Elisa, non rende giustizia al brano né all’interprete. Certe canzoni vanno maneggiate con cura.



LA GIURIA DI QUALITA’: 8

Saprà far meglio della sala stampa solo fintamente specializzata. Il premio Oscar Nicola Piovani presiede un drappello composto da Eleonora Abbagnano, Stefano Bartezzaghi, Cecilia Chailly, il DJ Coccoluto, Serena Dandini, lo scrittore Paolo Giordano, Nicoletta Pavarotti, Rita Marcotulli, Neri Marcoré. Dovranno vedersela col televoto, e al 50 per cento proclameranno il vincitore.



ANNALISA CON EMMA: 5

Non sarà allora la voce, ma l’atmosfera e il repertorio che fanno la differenza anche qui. Annalisa liberata dalle farfalle canta con una certa sicurezza «Per Elisa» di Battiato, ed evoca la voce della vincitrice Alice nel 1981. Le fa compagnia la star Emma (un po’ nel ruolo di elefante nel negozio di cristalleria, però).



SIMONA MOLINARI CON PETER CINCOTTI E FRANCO CERRI: 5

Che sarebbe di Simona Molinari abbandonata a se stessa? Meglio non saperlo. «Tua», il successo di Jula De Palma diva di tempi antichi, parte con lei a fatica e inciampando: la salvano il partner mirabile di questo festival, Cincotti, e la classe jazz senza frontiere di Franco Cerri, classe 1926.



MARIA NAZIONALE CON MAURO DI DOMENICO: 5

Lasciata provvisoriamente «E’ colpa mia», destinata al nuovo film «Song’ e Napule» dei Manetti Bros ma non nella sua interpretazione, la prode Maria si è cimentata in «Perdere l’amore», ma senza riuscire a uscire dal confine che Massimo Ranieri spezzò con tanta classe.



MARCO MENGONI: 7

Una grande impresa riuscire a far tornare sul palco di Sanremo la canzone la cui esclusione costò il suicidio a Luigi Tenco nel 1967. Misurato nella voce e nell’aspetto, meno spaventato del solito.



ELIO E LE STORIE TESE CON ROCCO SIFFREDI: 10.

Ci sono canzoncine e canzoncine: in mano a loro, «Con un bacio piccolissimo», un Robertino DOC del ‘64 di pura marca kitsch, parte con Mahler e arriva ai Weather Report. Metteteci le burle delle scarpe alle ginocchia, aggiungete la voce di Rocco Siffredi pornostar, e il cerchio quadra.



MAX GAZZE': 8

Ma cos'è preso a Max Gazzè? Rigenerato, riverniciato fin nelle unghie alla Morgan e stasera con una giacca che non passa inosservata (le altre sere era più giannino style). Ha ripassato "Che freddo fa" di Nada con ironia e proprietà, divertendosi e divertendo.



PIPPO BAUDO: 8

Pippo Baudo ha finalmente rinunciato alla tinta, ed è venuto nella sua canutezza a farsi celebrare proprio nella serata del Festivalone che ha visto l’inaugurazione del monumento al rivale di sempre Mike Bongiorno. Ha messo in piedi 13 Festival, ne ha viste di tutti i colori, dal Totip al televoto. Gaudeamus.



CHIARA: 4

Cara Mina, adesso pure lei, che la difendeva con generosità, avrà capito che questa ragazza non è pronta. , un must della mitica Mimì Martini, è un cimento d'interprete, una sfida audace che lei a quell'età avrebbe superato con ardimento, vita, cuore, sentimento. Chiara era (poverina) spaventata, probabilmente, e per qualunque motivo non ce la faceva, e non ce l'ha fatta. La cosa non diverte nessuno, ma è innegabile che stasera Mengoni ha dato una prova di capacità, e Chiara no.





ALMAMEGRETTA: 7

Ci vuole spirito, per trasformare il Ragazzo della via Gluck in un'operina sub-reggae governata da gran sapienza ritmica e dallo strepitoso Senese. Mancava davvero il ragazzo Raiz. Qui "Non lasciano l'erba" del testo di Celentano sembra intesa in modo del tutto differente…



STEFANO BOLLANI, CAETANO VELOSO: 9

Che ospiti, quest’anno a Sanremo. Grazie alla spending review hanno lasciato a casa le paillettes e invitato grandi artisti, che non frequentando il jet set tv e le sciacquette, restando ahinoi in penombra se non per gli happy few. Bollani e Veloso ci hanno deliziati come Asaf e Antony nei giorni scorsi.



A RENZO RUBINO IL PREMIO DELLA CRITICA: 4

Coinvolta nelle votazioni, quest’anno la Sala Stampa ha fatto un po’ cilecca. Non ha spesso saputo riconoscere la canzone migliore da scegliere, finendo per penalizzare artisti come Malika Ayane e Cristicchi. E ha dato il premio Giovani della Critica Mia Martini a Renzo Rubino, badando più alla causa che alla resa artistica.



LE SCOMMESSE SNAI: 4

Lasciateci cantare, con la chitarra in mano. Non ricordateci ogni dieci minuti che gli scommettitori danno Mengoni a 3, e i Modà a 3,50, e che Chiara è in discesa a 6, e che lontanissimo stanno Malika a 11 e Gualazzi a 13. Lasciateci vivere nell’illusione che anche la musica popolare più degna possa sognare una vittoria.


Marinella Venegoni

www.lastampa.it