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Sanremo – Le pagelle di Claudio Fabretti

Sanremo – Le pagelle di Claudio Fabretti
Mercoledì 13 Febbraio 2013 - 00:25
di Claudio Fabretti


MARCO MENGONI 4 "Mentre il mondo cade a pezzi", lui compone "nuovi spazi", ma per noi è uno strazio. Vestito come l'omino blu, l'ex reuccio di X Factor dispensa una pomposità melodica molto poco "Essenziale". Poi bissa esagerando con i superlativi, ma "Bellissimo" non è l'aggettivo più adatto per un testo come quello per il quale si è scomodata la coppia di ferro Gianna Nannini-Pacifico. Bruttissimo.

RAPHAEL GUALAZZI 6 Parte con "Senza ritegno" (nomen omen!), un'acrobazia improbabile, tutta trombe e canto sconnesso: più pretenziosa che coraggiosa. Poi si ricompone al piano per "Sai", la ballatona sanremese che t'aspetti, ma con piglio trascinante e gorgheggi alla Bublè a corredo. Il talento c'è, ma si vede solo a tratti.

DANIELE SILVESTRI 6 Parole e gesti tra romanesco ("Fatece largo che... passa il corteo") e politica per "A bocca chiusa", cantata al piano, con De Gregori nel taschino: elegante e un po' piaciona, anche senza grandi guizzi. "Il bisogno di te" è una nuova "Salirò", scioglilingua pop con ritmica zompettante e coretti un po' stucchevoli. Molto meglio la prima, ma il miglior Silvestri resta un altro.

SIMONA MOLINARI-PETER CINCOTTI 7 "Dr Jeckyll": quel solito fascino retrò che funziona sempre, con tanto di testo inedito di Luttazzi. "Mister Hyde" quell'aria di già sentito che da Nina Zilli in giù aleggia minacciosa. Con "La felicità" virano dritti in campo swing e si mettono al sicuro. Classici, quindi inattaccabili.

MARTA SUI TUBI 5 Restano sui Tubi una vita, per aspettare il monologo-fiume di Crozza. Poi mettono in scena il loro teatrino indie-rock in tempo "Dispari": citazioni sparse tra Oscar Wilde, Sonic Youth e Mallarmè, ma soprattutto tanta caciara. Originale, nel senso che nessuno si era spinto a tanto. Poi con "Vorrei" si lanciano a squarciagola con Gulino aspirante Freddie Mercury, ma sprofondano ancora nel vuoto pneumatico. Rimandati.

MARIA NAZIONALE 4 La cantante nazionalpopolare più amata da Francesco De Gregori tenta di uscire da Napoli in punta di fado ma resta impantanata nel neomelodico spinto, anche quando Servillo le cuce addosso un abito in dialetto. Era l'àncora alla tradizione del festival pseudo-rottamatore, ma finisce per far affondare l'una e l'altro.

CHIARA 8 Scaraventata dal palco di X Factor a quello dell'Ariston, non patisce l'emozione, sostenuta da due canzoni confezionatele su misura per il gusto festivaliero da Zampaglione (Tiromancino) e Bianconi (Baustelle). Meglio il tango del secondo, che, a sorpresa, strega anche la giuria. Il voto, però, è soprattutto alla voce e all'interpretazione. Forse, finalmente, una creatura da talent che non resterà tale.





http://www.leggo.it/sanremo/%20/sanremo_2013_le_pagelle_live_mengoni_2_24_lex_re_nudo_due_volte_/notizie/214161.shtml