MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Primo Maggio del lavoro che non c'è - A San Giovanni il re è Pagani

E' tristissimo festeggiare il Primo Maggio, tradizionale festa del lavoro, a prospettiva zero. Per la giornata organizzata dai sindacati, già da tempo trasformata in festa della musica per ovvi motivi di richiamo di pubblico, Godano ha fatto quest'anno le cose in grande: assumendo per oggi in Piazza San Giovanni a Roma (diretta Raitre) Mauro Pagani come maestro concertatore e direttore d'orchestra - da un'idea non nuova ma ottima ugualmente della Notte della Taranta - e mettendo in fila (quasi) tutto quanto possa oggi offrire di indie e alternativo il mercato della musica popolare.
Da Elisa ai Subsonica a Caparezza che da anni non sta giù un giro perché è insieme divertente e mordace.
Dal Teatro degli Orrori che rappresentano un'ala radicale della musica agli Almamegretta riuniti con Raiz (finisce sempre così, ogni separazione: con una reunion: tra l'altro separati non han fatto granché, nessuna delle parti. Ma non impara mai nessuno?)
Dagli Afterhours freschi di successo con "Padania" a Dente. Dal leggendario Finardi a Mannarino, dagli Gnu Quartet a Stefano Di Battista ottimo sax in "Shine on Your Crazy Diamonds" dei Pink Floyd , ma Raiz nel ruolo di cantante non mi è piaciuto, non trovo che fosse adatto, era come in soggezione di fronte all'impegno. Tutt'altro discorso per Finardi assai a suo agio anche con la lingua per ovvi motivi (madre yankee): non ha rifatto Bob Dylan, ha fatto Finardi che cantava Dylan.

Ottime le scelte di Pagani con i classici rock: una riscrittura rigorosa di scelte oculate nei titoli e nei loro significati simbolici. Manuel Agnelli in palla, ma anche Samuel dei Subsonica ha fatto la sua figurona.

I presentatori mi son parsi piuttosto modesti. Soprattutto Pannofino, ma anche la Virginia Raffaele uscendo dai suoi panni televisivi abituali perde verve e sale.

Sentivo puzza di riot, questa volta. Invece la polizia ha picchiato a Torino. Ho visto immagini in tv che non avrei voluto vedere. Brutto, brutto, un Primo Maggio così.

Marinella Venegoni

www.lastampa.it