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Dionne Warwick, 50 anni di musica: indomabile va in tour per 2 anni

"Bacharach in sala di registrazione esigeva 32 versioni di ogni brano"


Sono arrivati in 12 mila al neonato Torino Jazz Festival per ascoltare Dionne Warwick. Con lei ho fatto una chiacchierata durante le prove nei giorni scorsi, mentre cesellava Cole Porter con la sua consueta classe un po' algida.

Tipo strano, Dionne. Una donna di poche parole, che affida completamente alla musica e al canto il proprio appeal. Ha 72 anni compiuti, e quest’anno celebra 50 anni di carriera: i festeggiamenti sono cominciati il 26 marzo scorso al Grammy Museum, dove sono arrivati a celebrarla tra gli altri Clive Davis e Burt Bacharach autore delle canzoni che più l’hanno fatta amare nel mondo, da «Anyone Who Had a Heart» a «I’ll Never Fall in Love Again». Dopo la festa con una pletora di grandi vecchi di energia indomabile, che continuano a fare la stessa vita di 30 anni fa, per Dionne ricomincia la vita di sempre in tour: le nozze d’oro con la canzone si celebrano in debutto il 28 maggio in Inghilterra: «Poi girerò 6 continenti, fino al 2013», dice con un sorriso sparato.

Lei compie 50 anni di carriera, in realtà ha cominciato da bambina...

«Sono nata con questa voce e con il gospel; vengo da una famiglia di cantanti, per me non è mai stato difficile: il primo concerto è stato a 6 anni, e grazie al talento ho avuto l’opportunità di lavorare e viaggiare. Sono nella musica anche i miei due figli: David ha 42 anni, canta e scrive; Damon ne ha 38 ed è un produttore discografico; cantano anche alcuni dei 6 nipoti...».

Siete una grande dinastia musicale. Lei è cugina della povera Whitney Houston, le dedicherà una canzone in tour?

«Non ce n’è bisogno, Whitney è sempre nel mio cuore, per questo preferisco non parlarne».

Il cinquantennio sarà occasione di bilanci: uscirà un disco? E non ha mai sognato di poter cimentarsi con gli acuti, invece che la sua musica elegante e smooth?

«Ci sarà un album commemorativo, con quasi tutte canzoni che la gente già conosce, prodotto da Phil Ramone, e due brani nuovi di Bacharach senza David, più due di David senza Bacharach. In quanto alla voce, penso che sia una benedizione e non ambirei cambiare; ascolto solo questo genere di musica tra l’altro, mai sentito il rap o l’hip-hop: se anche mi avessero cercata per una collaborazione, avrei detto di no. Forse, quando ho cominciato io nel ‘62, ho fatto sul pubblico lo stesso effetto che ora producono questi ragazzi».

Si è commossa alla festa che le hanno dedicato al Grammy Museum?

«Ma certo. Ho raccontato dei consigli che mi dava mio nonno agli inizi: "Stai cominciando la carriera grazie al dono che hai ricevuto. Ricorda questo: lascia che la gente faccia lavorare la bocca, e pensa ai tuoi affari"».

Nei ‘60 e ‘70 lei con Bacharach e David avete dato vita a una formidabile forma di affari artistici, partendo da «Don’t Make Me Over»...

«Bacharach era terribile, pretendeva 32 registrazioni di ogni canzone o delle sue parti più complicate. Alla festa, è stato lui a ricordare che con David tagliavano le canzoni a mia misura, come un abito sensuale. Erano brani molto difficili da cantare, bisognava saper leggere gli spartiti, per farcela; fortunatamente avevo studiato pianoforte e anche i semestri alla Hartt School of Music del Connecticut mi sono serviti».

Ma di quelle 32 versioni poi, quale prendeva Bacharach?

«Di solito la seconda o la terza, sempre così».

La vostra sembra una coppia destinata a non sciogliersi, 50 anni dopo.

«Ci sentiamo spesso, va sempre come un treno. Adesso è in Australia».

Alcune sue canzoni sono state letteralmente copiate da cantanti pop inglesi.

«Si trattava di successi, ed erano donne affamate: in generale però, le interpreti inglesi hanno sempre copiato noi americane. Cilla Black ha cantato "Anyone Who Had a Heart" e non l’ho mai perdonata per averne fatto davvero una copia esatta, persino nel fraseggio».





Marinella Venegoni



www.lastampa.it

Dionne Warwick – That’s What Friends Are For - Live – Torino Jazz Festival, 28.04.2012

Dionne Warwick – That’s What Friends Are For - Live – Torino Jazz Festival, 28.04.2012 – Piazza Castello