MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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I demo inediti di George Harrison

George Harrison, nei Beatles the Quiet One, ma per noi anche the Sweet One, a (ri)ascoltare i demo inediti che riempiono la mezz’ora di «Early Takes, Vol.1», breve album in uscita il 30 aprile, che in parte fa da colonna sonora al film di Scorsese. Nella loro semplicità spoglia, nella piccola luce intrinseca che accendono, tali demo riescono a farci riafferrare l’essenza di un personaggio sempre un po’ in disparte nella storia dei Fab Four, e non sempre per colpa propria: un uomo privo di furbizia, non disposto caratterialmente a dare gomitate; un idealista un po’ indifeso e testardo, contagiato dalle filosofie orientali che ispirarono infatti il suo brano ancora oggi più famoso (in apertura dell’album), «My Sweet Lord». Era un inno al Signore, partendo da suggestioni gospel e dal clima di «Oh Happy Days»: si trasformò in un incubo per l’indubbia somiglianza della melodia con «He’s so fine», di Ronnie Mack, uscita nel ‘63. Harrison pe rse il processo per plagio - anche se fu chiarito che non era intenzionale - e fu costretto a versare nel ‘76 un risarcimento di 587 mila dollari dell’epoca all’editore americano che l’aveva trascinato in tribunale.

«My Sweet Lord», si sa, è di una bellezza dolce e assordante nella sua sommessa sincerità poetica. Fu nel 1970 il punto di forza del primo lavoro solista di George, «All Things Must Pass», dal quale arrivano altre versioni demo inedite - spoglie quanto affascinanti - del nostro «Early Takes»: la stessa title track del primo disco, «Run of the Mill», «Behind That Locked Door»; ma poi ecco spuntare la passione per il mondo di Bob Dylan (che a fine ‘80 sfocerà nel progetto Traveling Wilburys, accanto allo stesso Dylan, Roy Orbison, Jeff Lynne e Tom Petty).

Con lo stesso Bob è scritta infatti un’altra ballad dolcissima e sussurrata, «I’d Have You Anytime», mentre «Mama You’ve Been on My Mind» è una cover di Dylan del ‘64, già cantata anche all’epoca Beatles. Un’altra cover è «Let It Be Me», nata in francese nel ‘55 come «Je t’appartiens» e cantata da Gilbert Bécaud, qui sussurratissima: così intensa da esser stata ripresa in massa da chiunque, dagli Everly Brothers fino a Elvis, Nina Simone e al solito Dylan. «Woman Don’t You Cry For me», qui quasi country, viene da «Thirty Three & 1/3», disco di Harrison del ‘76. Un album breve, «Early Takes»: ma la dicitura «Volume 1» ci fa capire che siamo solo all’inizio di una serie per far rivivere George Harrison almeno con la sua musica (e le sue passioni musicali)



Marinella Venegoni

www.lastampa.it

George Harrison - Run Of The Mill

George Harrison - Run Of The Mill





* Run Of The Mill *
(G. Harrison)

Everyone has choice
When to and not to raise their voices
It's you that decides
Which way will you turn
While feeling that our love's not your concern
It's you that decides

No one around you
Will carry the blame for you
No one around you
Will love you today and throw it all away
Tomorrow when you rise
Another day for you to realize me
Or send me down again

As the days stand up on end
You've got me wondering how I lost your friendship
But I see it in your eyes

Though I'm beside you
I can't carry the lame for you
I may decide to
Get out with your blessing
Where I'll carry on guessing

How high will you leap
Will you make enough for you to reap it
Only you'll arrive
At your own made end
With no one but yourself to be offended
It's you that decides