MUSICA




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MUSICA
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Fiorella Mannoia: musica, idee, Frankie Hi, Fossati...

Fiorella Mannoia ha compiuto ieri 58 anni con un tour de force nel capoluogo piemontese: all’Università ha parlato del progetto brasiliano Axé di cui è testimonial, che attraverso l’arte prepara un futuro ai bambini di strada; dieci di quegli ex bambini sono poi apparsi in serata al Palaolimpico sul palco con l’artista romana, nel colorito concerto per palasport che porta in giro l’ultimo album «Sud»; le è accanto il rapper Frankie Hi-NRG, che ha collaborato al disco con una parte di testo molto forte del brano «Non è un film». Nel pomeriggio, Mannoia ha partecipato a una vivace videochat presso la sede de «La Stampa», dove ha risposto alle domande dei lettori e dei frequentatori del sito wwww.lastampa.it, che qui riassumiamo.

Ha mai pensato di scrivere per qualche collega?

«Ho cominciato da poco a scrivere, e non mi dispiacerebbe. Tra i giovani penso a Noemi, che è più vicina a me come stile. E’ brava e ha fatto un percorso giusto, con un bel repertorio: mi ricorda anche me stessa alla sua età».

Nel team pittoresco del suo tour in corso per «Sud», il ballerino Eduardo ha grande successo presso il pubblico femminile.

«E’ uno dei ragazzi del progetto Axé, suscita meraviglia fra le donne e gesti di stizza fra i mariti. Noi donne siamo abituate a essere dall’altra parte, stavolta il processo è invertito».

Lei ha sempre cantato nei teatri. Non ha paura che i palazzetti penalizzino l’acustica?

«Ho due paure: la prima di non riempirli, i palazzetti. Ma per l’acustica abbiamo un fonico, Marco Dallago, che non so con che magia trasforma l’ambiente, tanto che si sentiva bene pure al Palalottomatica di Roma, dove di solito non si sente niente. Per giunta siamo in acustico, e in 24 persone sul palco».

Qual è il suo Paese ideale?

«Oggi il Brasile. Vado spesso a Salvador,una città magica dove ho casa. Ho poco tempo perché ho una mamma di 92 anni e più di tanto non mi posso assentare. Ma vorrei aver più tempo per vedere tutto il Sudamerica».

Per lei il tempo non passa, come fa?

«Sono sempre stata sportiva, e poi questi concerti chiedono allenamento: si balla molto, alla fine scendo e passo in mezzo alla gente. Per me muovermi è come respirare, mi sento bene solo se vado, fatico e sudo».

Non hai mai nascosto le sue idee, dal concerto avvolta nel tricolore della pace alla vigilia della Guerra del Golfo, alla dedica di questo tour a Salkara, il presidente assassinato del Burkina Faso. Quanto conta per lei l’impegno politico e sociale?

«Fa parte della mia vita. Prima di essere una cantante sono una cittadina di questo paese, ho le mie idee e mi sentirei vigliacca a non diffonderle per paura di disturbare qualcuno. Abbraccio cause che credo giuste, non sono mai stata dentro i partiti tantomeno ora, mai ho chiesto o avuto favori da nessuno».

Quando Fossati ha abbandonato concerti e dischi, lei è l’artista che gli è più vicina, che cosa ha pensato?

«Spero che il binomio continui perché lui non lascia la musica. Ho letto la notizia e ho pensato fosse uno scherzo. Poi l’ho visto sereno e tranquillo: aveva deciso anni fa, che a 60 anni avrebbe smesso».

Come vede il suo futuro?

«A ritirarmi non ci penso proprio, continuerò fino a quando avrò energia e curiosità per fare questo mestiere. Se poi mi accorgerò che penso ad altro mentre canto, sarà il caso di mollare».

Marinella Venegoni

www.lastampa.it