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"Wrecking Ball", Bruce Springsteen canta contro banchieri e povertà

Il nuovo disco esce il 6 marzo


Springsteen sembra diventare più Bruce quando le crisi incalzano, e il suo occhio amico dell’Umanità si allunga sulle sofferenza e sulle ingiustizie, per tornare a cavarne storie desolate e colorate, morali della favola, depressioni profonde ma anche quel soffio cieco di eterna speranza che sempre giovato alla vita e all’umore della storia americana. Succede così che «Wrecking Ball» (Il bolide), il nuovo album in uscita il 6 marzo (e stranamente intitolato con un pezzo edito nel 2009) cominci e chiuda con qualche ottimismo: l’apertura è affidata a «We Take Care of Our Own», una ballad energica da stadio che oscilla fra domande severe ai suoi simili e improvvisi accenni di ottimismo, come se non fosse possibile non farcela; mentre la chiusura incalzante di «We Are Alive» minaccia i potenti con facce e tasche rigonfie: «Siamo vivi/E anche se i nostri corpi giacciono qui nel buio/I nostri spiriti e anime sorgono/Per portare il fuoco e accendere la scintilla».

«Wrecking Ball» evoca per forza il momento nero di «The Rising», dopo la caduta delle Torri (da allora mancava un suo disco memorabile e questo lo è); ma è anche completamente diverso nello spirito e nel tessuto musicale, con una decisa virata folk, con country, banjo, pifferi irlandesi, quasi gli strascichi delle Seeger Session tornassero a farsi sentire; c’è una presenza di voci femminili mai così copiosa: sono cori, brevi vocalizzi di Michelle Moore, e c’è persino un rap (un po’ improbabile, va detto) infilato dentro «Rocky Ground» che sa di gospel e parabole evangeliche: tipo che Gesù ha detto che i mercanti nel tempio non ci possono stare (e ognuno in questi tempi capisce di cosa parliamo).

Undici canzoni (più due nella special edition di cui non vi so dire) per raccontare lo scenario della crisi economica che ci lascia senza speranza e senza fiato. Uno scenario che riporta a galla l’eco di tanti personaggi raccontati dal Boss in passato: sa di suoni degli Appalachi la deliziosa «Easy Money», con il rapinatore che dice alla sua bella di indossare il vestito rosso e poi si mette in tasca la pistola, la prende sottobraccio e se ne vanno a fare una rapina come a una festa.

Si pensa all’Irlanda (terra del padre di Bruce) per i suoni di «Shackled and Drawn» che racconta la fatica di trovare un senso al lavoro che nessuno chiede.

E’ un disco, questo, sul lavoro che non c’è. Straordinaria, dolente, la ballad «Jack of All Trades», dove un uomo rivendica di saper fare inutilmente tutti i mestieri («Il banchiere ingrassa, il lavoratore è sempre più magro»), sottolineata da una tromba sofferente. La morte bianca della crisi economica è raccontata come in una marcia in «Death To My Hometown» («Ci hanno distrutto le famiglie, le fabbriche/ e ci hanno preso la casa»), e l’accorata «This Depression» racconta invece della crisi i risvolti psicologici.

Con «Wrecking Ball» si torna nei confini delle sue terre, le paludi zanzarose del New Jersey e la voglia giovanile di sfida, in una sorta di disperazione che non vuole trascurare una via d’uscita. Il titolo significa "Bolide", è una ballad incalzante che dice: "Se hai fegato scaglia il tuo bolide...Tieniti stretto alla tua rabbia". Una sorta di invito a tenere duro, un brano molto macho con un soffio di ottimismo finalmente ("E i brutti tempi vanno e vengono"). E' stata cantata la prima volta all'ultimo concerto nello stadio dei Giants, prima che venisse fatto saltare.

"Land of Hope and Dreams" è il secondo brano non inedito, faceva da sigla finale al tour del 1999: molto springsteeniana e accorata, è una sorta la fuga verso la speranza con il sax glorioso di Clarence Clemmons che da qualche mese non c'è più. Nel libricino dell'album Bruce lo ringrazia e ne sentenzia l'immortalità.

Nel disco Patti Scialfa (ringraziatissima pure lei dal marito), alcuni membri della E-Street Band, della Seeger Sessions Band, i batteristi Matt Chamberlain e Steve Jordan, il chitarrista Steve Morello ex Rage Against The Machine ed ex Audioslave. Produttore, con Bruce, è Ron Aniello.

Il tour farà tappa in Italia il 7 giugno a San Siro, il 10 a Firenze e l'11 a Trieste.



Marinella Venegoni

www.lastampa.it

Bruce Springsteen - Wrecking Ball