Alle 20.40 su RaiUno inzia la seconda serata del festival travolto dalla predica di ieri di Celentano. Il putiferio politico-mediatico è totale, il presidente della tv Garimberti si dissocia publbicamente dagli attacchi adrianeschi, la Rai commissaria il festival spedendo da Roma il direttore per l'offerta Marano a vigilare, il direttore artistico Mazzi sorride ma sa che il suo incarico vacilla. La tv di Stato deve chiedere scusa ad Avvenire, Famiglia Cristiana (oltre che al Corsera per l'insulto di Adriano al suo critico Grasso), soprattutto la dg Lorenza Lei teme la rabbia dei vescovi, della Cei, dei preti, del Pdl. Celentano resta l'incognita: per contratto ha carta bianca, per contratto deve fare due o tre serate, potrebbe comparire oggi in video oppure no, venerdì oppure no, sabato forse sì. L'apparizione si materializzerà?

Gli ascolti dell'esordio di ieri sono stati più che lusinghieri, oltre 14 milioni di telespettatori, eppure la seconda serata deve riparare a quanto non ha funzionato. I 14 cantanti contano di finire al centro dell'attenzione – ieri totalmente oscurati – anche perché la gara parte da zero causa votazione inceppata e tornano tutti sul palco. Debuttano gli otto giovani, arriva la modella Ivana ieri k.o., finora una totale incognita artistica. Ma domani si riunisce il cda Rai e sulle canzoni aleggia il caso politico creato ad arte e deliberatamente, perché con Adriano succede sempre così.Ma stavolta quando ha pontificato ha mostrato la corda più che in passato. Non quando cantava e ballava: lì era eccelso. Ma l'Adriano predicatore mette in ombra l'Adriano grande artista. È un peccato.

www.unita.it