MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Re: Buon Anno Nuovo

L'ho letto anch’io. Di Pavarotti mi sembra ci sia una dichiarazione in tal senso al Corriere del 1997 e Mina l’ha ricordato questo stesso anno in una risposta ad una lettera su Vanity Fair.
C' è chi ha la musica nel sangue, e Pavarotti e Mina sono tra questi. Questo non vuol dire che saper leggere la musica non conta. Conta, e come, ma per cantare (bene) ci vogliono pure una certa testa ed un' intelligenza musicale non comuni.




P.S. – Hai ragione. Mina ha proprio un foglio bianco fra le mani. Non ci avevo mai fatto caso.



Buon Anno Mario!

Paolo

Re: Buon Anno Nuovo

Al di là di singoli casi, saper leggere la musica è senz'altro indispensabile per suonare in varie situazioni in cui si è interpreti di brani altrui e, soprattutto, in orchestra (sinfonica, leggera, Big Band ecc.).

Ciò è facilmente condivisibile poichè, in caso contrario, sarebbe praticamente impossibile immaginare strumentisti che potessero ricordarsi cosa suonare e quando "entrare" in composizioni di lunga durata.

Del resto, l'esigenza di avere una scrittura musicale precisa, è nata proprio in seguito alla necessità di eseguire brani di più lunga durata che, in assenza di una scrittura musicale, sarebbero stati (ed è accaduto) alterati e/o dimenticati col trascorrere del tempo.

L'utilità di avere una scrittura, consiste quindi soprattutto nella possibilità di trasferire una composizione nel tempo e nello spazio e nel favorire l'adesione degli interpreti alle intenzioni dell'autore.

Come noto, la questione di un codice efficace è stata pressochè risolta intorno al 1500 dopo le precedenti esperienze di scrittura in campo aperto alfabetica, neumatica e la definizione del pentagramma nonchè la quantificazione dei valori di durata delle figure musicali (note e pause) grazie anche ai precedenti tentativi del mensuralismo musicale.

Oggi saper leggere la musica è competenza acquisibile in pochissimo tempo poichè si tratta semplicemente di apprendere un codice e delle regole in essere alla quali, però, come detto, si è pervenuti dopo innumerevoli tentativi nel corso dei secoli.

Nei cori, spesso si rileva analfabetismo musicale e lo stesso fra i cantanti e/o strumentisti, anche se oggi il livello si è molto elevato.

Si canta a orecchio ma non sminuirei questo aspetto poichè, alla fine, ciò che conta è il risultato (anche se nei cori sarebbe meglio saper leggere un po' di musica)

Non mi meraviglierei poi che Mina o Pavarotti avessero scarse conoscenze della notazione musicale.

Loro però sono casi eccezionali.

Certa gente non si sforza ad interpretare o a seguire degli indirizzi.

Essi hanno il dono: non hanno bisogno di bussole perchè sanno istintivamente dove andare e cosa fare.

Buon Anno!
Alberto