MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Alla Scala Don Giovanni resiste all'inferno

Valide le scelte di Carsen. Barenboim sceglie tempi lenti e convince, specialmente nel secondo atto.

Il Don Giovanni che ha aperto la stagione 2011/2012 è stato accolto con grandi applausi per gli interpreti, mentre la direzione di Daniel Baremboim ha suscitato in sala qualche perplessità, sicuramente ingenerosa. Questo il responso del pubblico che ha tutto sommato premiato la regia asciutta ed essenziale di Robert Carsen, che alla fine si è detto "soddisfatto" del risultato ottenuto. La scelta di Carsen di fare un teatro nel teatro è stata quindi apprezzata, compreso il finale con l'invenzione del ritorno di Don Giovanni in scena dopo essere sprofondato all'inferno e la seguente caduta agli inferi degli altri sei personaggi che stanno cantando la morale finale.
Gli interpreti a cominciare dalla star Anna Netrebko sono stati molto applauditi. Il peso vocale di quest'ultima non le ha impedito di districarsi con mestiere nelle parti più propriamente belcantistiche e il risultato è stato non eccezionale ma molto apprezzabile. Don Giovanni era interpretato da Peter Mattei con strafottenza attoriale, un po' meno quella vocale molto (forse troppo) morbida e rotonda. Benissimo anche Barbara Frittoli, indomita Donna Elvira ai limiti della follia e ottima anche l'interpretazione di Bryn Terfel, convincente Leporello, sembrato leggermente in calando solo nel finale. Il commendatore, che alla fine spunta fuori sul palco reale tra Napolitano e Mario Monti è Kwangchul Youn, perfettamente a suo agio da morto, un po' meno da vivo.
Giuseppe Filianoti è stato un Don Ottavio eccessivamente remissivo e non sembrava perfettamente inserito nella parte. Peccato perché vocalmente ha dato l'impressione di poter fare (e dare) di più. Stefan Kocán/Masetto e Anna Prohaska/Zerlina non hanno aggiunto o tolto nulla ai personaggi, insomma si è sentito di molto peggio nei rispettivi ruoli.
Veniamo alle note più contestate da una piccola parte del pubblico, quelle di Daniel Barenboim, che ha scelto un tempo piuttosto lento per consentire a un'orchestra sembrata più a suo agio nel secondo atto drammatico che nel primo più "frivolo", di sviscerare tutta la qualità della scrittura musicale di Mozart, fin nelle più piccole sfumature, quelle che normalmente passano via inascoltate nelle interpretazioni tirate a velocità metallara della rinascita filologica degli ultimi trent'anni. Certo è un Don Giovanni che difficilmente si ascolta in disco, e quindi questo può avere spiazzato il pubblico più melomane, ma si tratta di una scelta coraggiosa e da apprezzare, anche se effettivamente in un paio di momenti un po' di effervescenza in più sarebbe stata apprezzabile. Belli, di raffinata semplicità, i costumi e le scene.

Sergio Bolzoni


http://www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/articoli/1030389/alla-scala-don-giovanni-resiste-allinferno.shtml