MUSICA




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"Decadenza": il ritorno di Fossati rimasto unico a cercar la terza via

Oggi le radio cominceranno a trasmettere "Decadenza", il singolo del cantautore Ivano Fossati che anticipa l'album "Decadancing", in uscita il prossimo 4 ottobre. Sono passati tanti anni da quando l'annuncio di un disco cantautorale costituiva un avvenimento, e la fibrillazione pare riservata piuttosto al nuovo singolo di Marco Mengoni, e anche di questo tocca farsi una ragione (lo dico tanto per arricchire il gruppo contro di me nato sull'argomento in Facebook, dopo il Festival Gaber) : tuttavia per me è un bel segnale che Fossati decida di rimettersi a cantare, almeno lui vivaddio, che sennò resta solo sempre Battiato con il cerino in mano.
"Decadenza" è una canzone che si intitola come i nostri tempi, e come dice lui Fossati medesimo: "In questo clima da tardo impero se la lingua che parliamo è in decadenza, se politica e morale sono già decadute, il lavoro manca e la cultura - la musica in particolare - ricopia se stessa fino allo sfinimento, i ragazzi guardano oltre le frontiere con speranza, e io non farei niente per trattenerli”.
Il bello è che poi, nel pezzo - piacevolmente ritmato, molto fossatiano - si rintraccia una decisa insopportazione verso antiche categorie: "Mi guardo a sinistra/poi guardo verso destra/e tutto quello che ho da vedere/E' una frontiera da attraversare con te", canta Fossati. Per proseguire poi sul terreno della fotografia della nostra società: "E la sopravvivenza è un biglietto/Per andare più avanti... è trovare un lavoro e decenza... è sapere a chi stringere la mano...".
Ecco, da tanto tempo non trovavo parole così chiare in una canzone, che mi restituissero la realtà. Ben tornato, monsieur Fossati. Balliamo tutti insieme questa deca-dance.

Marinella Venegoni

www.lastampa.it