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Barbra Streisand superclassica: "What Matters Most" è per adulti

Esce oggi «What Matters Most», il nuovo disco di Barbra Streisand, la voce più leggendaria del firmamento americano, che alla soglia delle 70 primavere mostra di non aver deposto le armi ma di saperle anzi usare con più cura e cautela rispetto ad alcuni esperimenti del passato dove si abbandonava alle proprie non sempre oculate scelte, invece di riuscire a governarle. Così, eccola impegnata su due fronti: da una parte la musica, dall'altra il ritorno sul set, per un film che uscirà nel 2012, «My Mother's Course», dove interpreta la mamma vera dello sceneggiatore, Dan Fogelman, nella storia autobiografica del lungo viaggio che madre e figlio affrontarono fra il New Jersey e Las Vegas. Anne Fletcher, anche coreografa e attrice in «Titanic»), è regista.

Anche qui, un ruolo adatto alla star di lungo corso, che mostra appunto una saggezza a tutto campo nelle scelte dell'album: non di inediti, ma interamente dedicato a canzoni che mai aveva inciso prima dei suoi due autori di testi preferiti, Alan e Marilyn Bergman, vincitori di Grammy e Oscar, coniugi dal '58 e malgrado ciò a lungo capaci di inanellare nella quiete della propria casa canzoni classicissime sulla vita a due che han fatto la storia, di ampia melodia, capaci di strappare un sospiro anche al più cinico degli ascoltatori soprattutto se, come in questo caso, la voce è quella di Barbra, sorvegliata con grande accortezza, ben attenta a non sfidare la soglia ormai problematica del virtuosismo.

Orchestra sontuosa, e nei pezzi più swing, come «That Face» (originariamente di Fred Astaire) vengono inevitabilmente in mente certe supreme performances di Frank Sinatra, e così pure per pezzi vellutati come «Nice'n'Easy», che di Old Blue Eyes fu grande successo. La scaletta si apre con il celeberrimo premio Oscar «The Windmills of Your Mind» del '68 (dal film «Il caso Thomas Crown»), cantata per la prima parte a cappella, regalando doverosi brividi a chi ancora ami tali atmosfere ovattate e sorvegliate, di grande eleganza, che pervadono l'intera opera, ravvivata in alcuni pezzi dalla tromba di Chris Botti. Certo poi ci si chiede se tali sfondi romantici, quest'aria di eterno party hollywoodiano dove al fondo di una coppa di champagne può sempre scoppiare un guizzo o un confronto affettivo, abbiano ancora una qualche attinenza con il turbolento mondo contemporaneo. Ma in fondo, questo anche offre la musica: una prospettiva su un tempo finito, perché un giovane che passi di lì per caso con le orecchie, sappia cogliere accenti che potrebbero scomparire con i loro autori e interpreti (comunque in Italia c'è una interprete che canta più o meno come Barbra Streisand degli anni d'oro, Emma Re, e fa abbastanza fatica a farsi conoscere perché non c'è repertorio e tutti hanno le orecchie tappate, ma ha colpito cinesi e francesi).

«What Matters Most» ha una edizione normale, con dieci tracce, e un'altra De Luxe che sfodera un secondo album con altre canzoni celebri già cantate da Barbra, dei coniugi Bergman: «The Way We Were», «Don't Bring Me Flowers» e altro materiale potentissimo. Il cd è accompagnato da un libretto di 24 pagine a colori e già ci annuncia che comincia la stagione dei regali natalizi. Barbra tornerà sicuramente in cima alla hitparade, perché una certa età ama i dischi (e pure la Streisand).

Marinella Venegoni

www.lastampa.it

Barbra Streisand - What Matters Most

Barbra Streisand - What Matters Most