Riccardo Muti, il giro del mondo a 70 anni

Il maestro: 'Non me li sento proprio'. Compleanno sul podio al Festival di Salisburgo


di Maurizio Giammusso

Dal Ravenna Festival a Shangai, da Salisburgo a Roma, da Chicago a Napoli; e così via, un giro del mondo continuo, un cambiare fusi orari, tenendo ferme le passioni artistiche, le scelte culturali, la precisione millimetrica del proprio specialissimo lavoro. E' così che, anche quest'anno, vive la sua vita il maestro Riccardo Muti, uno dei più celebri, dei più richiesti direttori del mondo. E nulla cambierà ora che (il prossimo 28 luglio) compirà i settanta anni, una cifra tonda che alla maggior parte delle persone dà qualche preoccupazione ma lui sembra inattaccabile dall'età, nonostante la caduta di sei mesi fa dal podio a Chicago. Lo hanno visto i musicisti delle due orchestre giovanili che lo seguivano nel blitz musicale del Ravenna Festival a Nairobi: le 17 ore di ritardo, in andata e ritorno, hanno fiaccato i giovani, ma lui all'aeroporto di Rimini, dopo due notti in aereo sembrava ancora ingualcibile, pronto per il prossimo concerto. "Io 70 anni non me li sento proprio - ha confidato durante il volo - Qualcuno pensava che dopo la caduta a Chicago avrei rallentato il ritmo, ma non ècosì. Mi hanno trovato un cuore in ottime condizioni".

Il settantesimo compleanno lo festeggerà al Festival di Salisburgo, come gli capita sempre da 41 anni, in coincidenza con i concerti che terrà alla guida dei Wiener Philarmoniker, prima il Macbeth di Verdi, con la regia di Peter Stein (3 agosto e sette repliche); poi il Requiem di Verdi con i Wiener Philarmoniker (14-15 agosto); infine i due primi concerti con la Chicago Philarmony Orchestra in tournee. Non si sa ancora se ci saranno feste, ma Muti ricorda con piacere che dieci anni fa, ai suoi 60 anni, gli stessi Wiener organizzarono un concertino a sorpresa nel giardino della sua villa. Quest'anno, chissà? L'agenda, nel frattempo, è zeppa di titoli e città. Dopo gli impegni a Salisburgo, Muti guiderà la sua prima tournee europea alla guida della Chicago Symphony Orchestra (CSO), della quale é direttore dal settembre scorso.

Dal 22 agosto al 7 settembre saranno a Salisburgo, Lucerna, Parigi, Dresda, Vienna, con un programma dedicato alla musica del Messico, con brani di Bernard Ranze, Strauss e Prokofiev. A seguire (23 settembre - 8 ottobre) nove concerti "in residenza" per il pubblico di Chicago, dedicati anche a Nino Rota, il musicista preferito di Fellini, nonché maestro di Muti al Conservatorio di Napoli. Un'altra tournee con la CSO si svolgerà dal 15 al 28 aprile 2012 in Russia e a Pietroburgo, sotto gli auspici dell'incontro bilaterale Obama-Medved; e in Italia, a Brescia e al PaladeAndré di Ravenna. Ma nel frattempo - secondo un elenco non completo - Muti avrà diretto a Shangai (28-30 ottobre 2011); al San Carlo di Napoli, il Requiem di Giuseppe Verdi (17-20 dicembre); all'Opera di Roma, il Macbeth di Verdi, ai primi di dicembre. E ancorà 'I due Figaro' di Mercadante al Teatro Real di Madrid (5 recite dal 27 marzo al 1 aprile 2012).

Tanta musica, tanti applausi, tanti premi in giro per il mondo. Gli ultimi: due Grammys Awards per il best classical album e il best choral album; il Birgit Nilsson, che gli verrà consegnato il 13 ottobre a Stoccolma alla presenza dei Reali di Svezia; l'Opera News Awards, a New York dalle mani di Francis Ford Coppola; il "Principe Asturia per le Arti 2011", massimo riconoscimento artistico spagnolo dalle mani del Principe Felipe di Asturia avverrà a Oviedo in autunno. Ma il regalo più bello se lo è fatto da solo, forse: la pubblicazione dell' autobiografia, "Prima la musica, poi le parole" (Rizzoli editore)



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Beethoven Symphony No.5 (Mov.1)- Riccardo Muti, La Scala Philharmonic