Torna l'Eurovision Contest, e sono tutti contenti. Mentre tanti di noi ci occupavamo delle cose più svariate e avariate, negli ultimi 13 anni, invece un certo sentimento musicale cresceva, e c'era gente che s'arrabbiava e soffriva che l'Italia rimanesse fuori da questa specie di Sanremone europeo per il quale, nell'ultima edizione da Oslo, si sono contati qualcosa come 70 milioni di spettatori. Questioni d'immagine, e di promozione.

Sarà naturalmente una diretta televisiva, il 14 maggio su Raidue, da Dusseldorf, con la partecipazione di 43 paesi e il Tricolore sarà rappresentato da jazzomane Raphael Gualazzi, vincitore della Sezione Giovani dell'ultimo Sanremo e decisamente un buon talento che si rifà a mondi non proprio contemporanei e perciò più affascinanti.
A presentare la kermesse per il nostro Paese sarà, dopo anni di assenza, Raffaella Carrà. Che ieri, annunciando la diretta, si è lamentata di come va la televisione e del fatto che tutti copino le sue vecchie idee, mentre lei è costretta a rimanere a casa: "Per il quarto anno sto scrivendo un programma per bambini che non può avere pubblicità in tv. Spero che con l'arrivo di Lorenza Lei alla presidenza Rai le cose cambino. Io sono una persona libera, voglio fare quello che mi piace". Beata lei.

L'Italia vinse all'Eurofestival nel 1964 con Gigliola Cinquetti e "Non ho l'età" e poi nel 1990 con Toto Cutugno. Come si vede, qualche tempo è passato, la scena è leggermente cambiata. Nel senso che siamo in un altro mondo, e questo a me francamente sembra superato.
Vediamo cosa succederà il 14 maggio...

Marinella Venegoni
www.lastampa.it