MUSICA




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Vasco Rossi: la recensione del nuovo album. Oggi il rocker è nudo e quindi più vero

Vasco Rossi, nel mezzogiorno di fuoco al lancio del suo nuovo album di inediti “Vivere o niente” (nei negozi dal 29 marzo), sembra un bambino nel corpo di un uomo di 59 anni.

Nelle sue parole e nei suoi occhi c’è tutta la passione “infantile” di chi sembra non avere secondi fini. Una percezione inaspettata che ritroviamo raccolta in questo suo sedicesimo album di inediti.

La vita e l’amore, questi sono i due grandi temi affrontati con un racconto personale dove il Vasco artista e il Vasco Rossi uomo sembrano di nuovo corrispondere sotto ogni aspetto.

Concetti chiari e forti in testi che mettono in campo una riflessione semplice ma profonda sulla quotidianità, sulla libertà, sugli sbagli e sulla vita spogliata dai fronzoli.

Come quel cappellino e gli occhiali inseparabili, che non porta più alla faccia della calvizie e del sudore sulla fronte o delle luci accecanti. Non sappiamo qual è la percezione del pubblico, ma la nostra è che abbia lasciato alle spalle la coperta di Linus. E la sua musica, neanche a farlo apposta, ne guadagna.

“Vivere o niente” è pura consapevolezza, una presa di coscienza sull’esistenza che però non è disincanto e/o becera provocazione, come nel suo “Manifesto futurista della nuova umanità” dove riassume con un emissione particolare della voce la sua visione della fede, decisamente schierata in senso ateo e con un ironia di fondo che siamo sicuri lascerà il segno.

In questo nuovo lavoro ci sono tutte le più belle sfaccettature del rock, da quello melodico ai ritmi del punk, con sfumature country che danno forza alle ballad, ma anche con tante chitarre sferzanti come in “Prendi la strada“.

C’è persino spazio per un’eccezione elettronica in “Dici che“, dove si sente nella melodia l’ispirazione al migliore pop internazionale.

“Vivere o niente” è un album ricchissimo con una tracklist che è già quella di un concerto: quando arrivi al pezzo che ti deconcentra di più (o forse ti annoia un po’) spunta il capolavoro. E questo capolavoro si chiama “Eh…già“, apripista del disco (sotto ogni aspetto) per un susseguirsi di brani che trasudano fascino ed entusiasmo.

Finalmente ci si allontana da quei ritornelli incentrati sulla sessualità avventurosa, finalmente si ritrova quel divertimento adulto e non finto-giovanilistico di “Non sei quella che eri” e la poesia assoluta di canzoni come la title track “Vivere o niente“. C’è spazio anche per l’auto citazione di “Vado al massimo” ne “L’aquilone“. Insomma: non manca proprio niente.

Come sempre c’è quella dolcezza virile di chi ama tanto la musica quanto le donne, la voce di un uomo capace ancora di saper interpretare i sentimenti complicati con le parole più semplici, soprattutto come in “Stammi vicino“.

È davvero incredibile vedere come Vasco riesca a mantenere viva, e questo lo vediamo anche nella ghost track “Mary Louise“, la sua capacità di guardare al mondo dei sentimenti più freschi in modo così credibile. Più di quanto tante giovani leve maschili della musica riescano a fare oggi.

“Vivere o niente” è senza alcun dubbio un lavoro più interessante rispetto a “Il mondo che vorrei” del 2008. A parte qualche traccia di minore impatto (o forse di scarso interesse) riesce ancora una volta a ottenere il suo primato: raccontare il nostro mondo interiore in modo attuale ma attraverso storie che durano per sempre.

Vasco non è un rocker che fugge ganzo dall’omologazione e dai “posti di blocco mentali” su una bella macchina retrò, come racconta orgoglioso mostrando la cover del nuovo album.

È un illuminato, un profeta popolare senza metri di confronto. La sua lontananza da tutto (il peggio) non è reale: è semplicemente genetica e per questo inimitabile.

alessandro.alicandri
Mercoledì 30 Marzo 2011
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Vasco Rossi - Starò meglio di così

Vasco Rossi - Starò meglio di così