MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Dagli stracci privati a Napolitano - Silvestri attacca con lo "Scotch"

Settimana consolatoria sul fronte della musica d'autore. Esce il 29 marzo l'ottimo «S.C.O.T.C.H» di Daniele Silvestri, cantautore romano di quella problematica generazione dei quarantenni sospesi fra la cura dei colleghi più anziani e la disinvoltura dei successori. Silvestri è campione di calembours, ma al divertissement ha sempre accompagnato l'impegno: questo però è il suo primo album della maturità vera, un torrente tumultuoso di sentimenti misti, che in 15 brani tocca temi personali e attualità politica, attacca Napolitano e soffre per «Questo Paese» con il piano di Stefano Bollani; ma ci sono idee giocose come la cover della «Gatta» di e con Gino Paoli, riscritta in internettese come «La Chatta», e «Io non mi sento italiano» di Gaber, già cantata da Saviano&Fazio. Lo accompagnano fra reggae, punk, filastrocche, melodie morbide: Niccolò Fabi, Raiz, Diego Marcino, Pino Marino, i Solis String Quartet, e le voci recitanti di Peppe Servillo e perfino di Andrea Camilleri, che debutta nella discografia nei suoi verdi 86 anni.

Un disco per ascolti non distratti, caro Silvestri. Anche un po' indiscreto, sembra di curiosare nella sua vita privata, tra traslochi, fotografie e rampogne.

«Avevo 30/32 canzoni, in tre anni di lavoro ci ho messo le cose più omogenee. La mia vita poi è la vita di chiunque, più divertente o interessante e lancinante, basta aprire e aprirsi e mostrare lo scotch, le riparazioni che si fanno».

C'è molta attualità: l'Italia dei privilegi, la voglia di scappare. Punk è «Monito», dove attacca il presidente della Repubblica, povero Napolitano: «In mano un'arma scarica/la penna che ratifica». Attualissima in questi giorni con la nomina del ministro Romano.

«Anch'io per primo non sono quasi mai d'accordo con tutto quello che scrivo. Mai in due anni Napolitano è stato così sollecitato a metter firme, fondamentali anche quando mancavano. Non si può pretendere che questo sia il ruolo che difende la patria, ma alla fine la canzone è davvero un tentativo un po' punk di entrare, pochi e rumorosi, in quella stanza del Quirinale, per capire quel che succede».

E Camilleri?

«Abbiamo un'amicizia comune, Nino Cordio, meraviglioso incisore oltre che pittore. Abbiamo presentato un libro che lo raccontava. Gli ho proposto un intervento prima di "L'appello" che parla di Paolo Borsellino: volevo una voce certa per antichità e sicilianità, nel suo racconto breve di Montalbano, del signore torna in Sicilia dopo tanti anni d'America e scopre di esser stato dato per morto».

Marinella Venegoni

www.lastampa.it

Monito(r), Il nuovo singolo di Daniele Silvestri

Monito(r), Il nuovo singolo di Daniele Silvestri







Chiuso nel suo studio
chissa' che cosa fa
il Presidente medita sul ruolo che oggi ha
in mano un'arma scarica la penna che ratifica
la mano trema il cuore frena
pero' alla fine firmerà
il Presidente firmerà

Se fosse tutto limpido tutto semplice e legittimo
se l'impedimento unico fosse l'interesse pubblico
se il mercato fosse solido
se il governo fosse tecnico
se bastasse qualche monito®
ad illuminare il buio che c'é qua

Leggi sempre bene fino in fondo prima di firmare
(prima di firmare prima di firmare )
c'e' sempre stato da che mondo e mondo chi ti vuol fregare
(chi ti vuole fregare e ti vuole male)
"Presidente ci sono alcune carte per lei, una questione urgente e non rimanderei"

Io vorrei una penna disonesta
che mi legga nella testa
e che se sbaglio lo impedisca
scrivo si ma poi non resta
una biro che si guasta o che s'impunta per protesta
che piuttosto mi ferisca questa mano destra

che posso fare
che posso dire
mi sento male
mi sento male
che posso fare
che posso dire
mi sento male
mi sento male

Chiuso nel suo studio
chissa' che cosa fa
il Presidente medita
sul ruolo che oggi ha
in mano un'arma scarica
la penna che ratifica
la mano trema il cuore frena
pero' alla fine firmerà

Io vorrei una penna disonesta
che mi legga nella testa
scrivo si ma poi non resta

Leggi sempre bene fino in fondo prima di firmare
c'e' sempre da che mondo e mondo chi ti vuol fregare
se fosse tutto limpido
tutto semplice e legittimo
se l'impedimento unico fosse l'interesse pubblico
se il mercato fosse solido
se il governo fosse tecnico
se bastasse qualche monito®
ad illuminare il buio che c'e' qua