MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Spegnete le urla dei talk show - di Mina - La Stampa 31.01.11

L’australiano aveva appreso stregonerie prodigiose. Era in grado di uccidere con la semplice emissione di un urlo. Un urlo terrifico. «L’australiano» è il titolo di un film di una trentina di anni fa che non ho dimenticato. Non che fosse una meraviglia, ma mi aveva colpito la schizofrenica possibilità di ammazzare qualcuno utilizzando soltanto la voce. Questo riferimento mi viene in mente ogni volta che mi imbatto in quelli che oggi chiamano talk-show. Mi sembra che i partecipanti mi vogliano ammazzare, mi vogliano far fuori con i toni esagerati e la sovrapposizione delle parole. Potrebbe essere un romantico omicidio, utile a togliermi dall’imbarazzo della scelta tra il migliore o il peggiore strepitìo. Ma nessuno dei parlatori è un vero «australiano», né possiede alcuna magia.

Alla fine mi accorgo che mi hanno rotto soltanto i timpani e, purtroppo, mi rassegno al fatto che si ripresenteranno per ripetere l’operazione domani, dopodomani e tutti i giorni a venire. Gli urlatori sono i fedeli e ostinati credenti della più illusoria delle convinzioni. Aver ragione è possibile? Per dimostrarlo basta esibire le giugulari un po’ più gonfie e un rossore più acceso in viso. Il pensiero espresso è di secondaria importanza e la capacità di farlo intendere è addirittura superflua.

Ma le idee, temo, sono silenziose e, intanto che si formano, ognuno le avverte al massimo come il fruscio di un liquido leggero che riempie uno spazio vuoto. Il fragore appartiene alla guerra, alla ferocia dell’arena, alla foresta dove lo spazio vitale viene conquistato a spese della sopraffazione degli occupanti. Tutta roba che ha poco a che fare con la sfera intellettuale. Se continueranno ad urlare tutti i loro pregiudizi, il loro astio, le loro inimicizie, le loro intolleranze, non riusciranno mai a convincere. Se continueranno a sbraitare, a interrompere, ad alzare i decibel della comunicazione, a vomitare esagerazioni, nessuno si accorgerà più delle reali differenze.

Le televisioni si spegneranno, i giornali saranno lasciati nelle edicole, non verranno accettate le verità preconfezionate e tutti andranno in cerca di un briciolo, un briciolo soltanto, di salutare eleganza. Sta nascendo irrefrenabile una pretesa di silenzio. Quello che indica autorevolezza, saggezza, sicurezza, imparzialità. Dice Oscar Wilde: «A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio!»

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