MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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A lezione dagli eroi della miniera - di Mina - La Stampa - 10.10.10

Non avranno corazze luccicanti né serti di lauro intorno al capo, ma saranno trentatré eroi quelli che la settimana prossima usciranno dal cuore nero della terra. Eroi veri. Eroi assoluti. Eroi come le loro mogli, come i loro figli costretti a assistere al giornaliero rischio della vita dei propri cari per l’equivalente di seicento euro al mese per dodici ore di lavoro, a settecento metri giù nello sprofondo, con trentacinque gradi e il novantacinque per cento di umidità. Li ho visti, là sopra. Aspettano. Hanno le facce dure di chi è abituato a dover cedere alla miseria, alle privazioni endemiche. Stanno là sopra, con i bambini. Col fiato sospeso. Si sono organizzati. Accampamento Speranza l’hanno chiamato. Hanno tende per dormire.

Hanno allestito una postazione per la preparazione dei pasti. Hanno approntato addirittura una scuola per i piccoli figli dei «mineros». Un brandello di mondo efficiente. Completo. Mancano solo loro. Dal cielo si possono leggere i loro nomi, a lettere enormi, scritti sulla terra che insiste sopra le loro teste. E al cielo si rivolgono con le molte Madonnine a cui ogni nucleo familiare chiede la grazia di farli tornare. Stanno tutto il tempo a guardare i tecnici che lavorano per tirarli fuori. Un bambino, bello, con gli occhi e i capelli nerissimi gioca con una macchinina blu sopra il cofano di una vecchia macchina impolverata.

Alcune donne lavano gli indumenti che poi rimanderanno giù. Così si sentono più vicine, utili ai loro uomini. Hanno potuto vedere, su un enorme telone, il video realizzato nel rifugio. Hanno sentito le voci, i saluti, l’amore e il desiderio di tranquillizzare chi tranquillo non può essere. Li hanno anche sentiti cantare. L’inno nazionale. «Puro, Chile, es tu cielo azulado,? puras brisas te cruzan también,? y tu campo de flores bordado? es la copia feliz del Edén…». C’è molto da imparare da questa gente. Dovremmo fare tutti un piccolo esame di coscienza.

Rivedere la nostra scala di valori. Comprendere il reale «contenuto» dell’essere al mondo. Ma il mondo è lontano. E se si avvicina è per portar via dei «servizi» per le varie televisioni. È dal cinque di agosto che questa tragedia che si è tramutata in una giostra va avanti. Adesso saranno tutti là. Da martedì cominciano a tirarli fuori. E per una volta sarò felice del lavoro dei media che mi permetterà di vedere le facce di quegli uomini scampati all’inferno.


www.lastampa.it

Re: Era l'ora che firmasse qualcosa di serio

Chi mi è amico su FB, sa che ieri sera ho dedicato una canzone di Lennon proprio ai miratori cileni.
Mi commuovono sempre.
A loro va tutto il mio affetto.
E finalmente Mina si è decisa a firmare un articolo degno di nota!
Prosegua così e lasci stare le svenevolezze di Vanity Fair alle Alessandre Amoroso o altri prodotti di stagione!