I Simple Minds con il loro Graffiti Soul tour e un viaggio nei ricordi
Periodo nostalgico per chi ha raggiunto la soglia degli “anta” ma sicuramente una scoperta per i giovani che iniziano ad apprezzare i tempi felici dei loro genitori.
Non sono molti i gruppi che sono sopravvissuti in questo trentennio.
Nel frattempo molti si sono sciolti ed altri dopo anni di assenza sono ritornati alla ribalta, vedi i Duran Duran, Depeche Mode e loro i Simple Minds che ieri sera erano a Conversano (Bari) unica tappa al Sud del 2010 Graffiti Soul tour.
Una location non troppo grande ma di grande effetto (tra i torrioni del castello di Conversano, a dispetto di un palco essenziale) e che non ha accolto i numerosi fan che ci si poteva immaginare forse perché non sono i Simple Minds originari, ma lui, Jim Kerr, il cantante carismatico del gruppo è sul palco, e con la sua voce e le sue movenze riesce a trascinare il pubblico, anche se appare un po’ appesantito ( in fin dei conti non scordiamoci che ha compiuto 51 anni).
L’entrata sul palco del gruppo è affidata al suono ben amalgamato della chitarra di Andy Gillespie e alla batteria energica di Mel Gaynore che suonano “Theme for great cities” dove il pop, il rock e i suoni della new wave si fondono senza prevaricarsi per proseguire con ”Sanctify Yourself” con un arrangiamento rinnovato, dove a fatica si riconosce inizialmente il brano.
Più elettronici e con suoni asciutti i pezzi del loro ultimo Cd “Stars will lead the way”, “This is it” , “Moscow underground” e “Rockets” dove è proprio la voce di Jim Kerr il vero strumento principe dei brani.
Suono decisamente rock per “Hypnotise” ma il pezzo di forte impatto emotivo e che ha segnato il loro impegno sociale coinvolgendo tutti i presenti è stato “Mandela day” .
Non si è potuto fare a meno di pensare che proprio alcuni giorni fa abbiamo potuto vedere Mandela in TV, in occasione dei Campionati Mondiali di Calcio in Sud Africa, e a gran voce tutti non potevano smettere di intonare “It was 25 years they took that man away - And now the world come down say Nelson Mandela's free” (sono passati 25 anni da quando hanno portato via quell’uomo e ora il mondo scende in strada dicendo che Nelson Mandela è libero).
Tutto questo non può che far riflettere che dopo trenta anni la musica degli Simple Minds appare ancora molto attuale sia per i testi che per le musiche.
Sempre un crescendo il concerto che nel finale ha riservato i pezzi forti del suo repertorio.
Non potevano mancare “Dont’t you forget (about me) e con il suo ritornello (la, la la la, la la la…,) brano che decretò il loro successo ma è anche l’unico testo a non essere stato scritto da loro ma dal compositore inglese, Keith Forsey.
All’appello anche “Someone somewhere in Summertime”, “Alive & Kicking”, ”One upon a time” , “One step close” tutte impreziosite dalla splendida voce della bravissima corista Sarah.
Ad aprire il concerto il gruppo pop rock italiano dei Velvet che hanno suonato per circa 40 minuti.