MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Abbandoniamoci al dio pallone - di Mina - La Stampa 13.06.10

Rimbambiamoci. Per un mesetto. Non faremo un filo di danno. Dimentichiamoci tutto, come quando si gioca a carte e, come per incanto, non si riesce che a pensare a chi avrà il settebello o a cosa avrà quello che ti ha fatto piatto. Una deliziosa, immemore sospensione, una vacanza. È tempo di un intervallo da cricche, ineleganze, usurpazioni, caste, bavagli scorsoi, prevaricazioni e urla. Tutta roba utile per cronicizzare il senso di nausea. Ci ritoccherà occuparcene, purtroppo. Ma adesso no, adesso voltiamoci dall’altra parte a guardare la stranezza dei rimbalzi del pallone sullo stesso nostro meridiano, ma in contesto australe.

Un Campionato del Mondo molto confortevole per l’orario degli appuntamenti e in posizione sufficientemente esotica da garantire una rarefazione della scalmanateria. Per quanto mi riguarda, mi assicurerò cronache scarne, assenza di polemiche, pochi vittimismi, pochissime parole scritte o dette, essenzialità sportiva, calma. Sarà dura, l’intera operazione è problematica, ma fattibile. Eliminerò dalla visuale Blatter e la sua antipatica immortalità. Non mi dimentico che aveva dichiarato che l’Italia, ai Mondiali del 2006, non meritava la vittoria. Cancellerò anche la sua quarta candidatura al governo del pallone... il pallone per lui non è mai stato né rotondo né imprevedibile.

Abolirò l’audio e il video dei provocatori, dei detrattori a priori, degli intenditori da strapazzo, delle autorità superflue. Forse andrò addirittura in modalità «mute», perché mi stanno già cascando le orecchie per via delle tipiche trombe da stadio sudafricane, le vuvuzela. Sembrano centomila sciami di api, però amplificati come in un concerto rock. Ho già affibbiato il cartellino rosso ai sette «appassionati» tra i delegati Fifa che, dovendo schiacciare il bottone giusto per rispondere all’epocale quesito «L’Italia ha vinto la Coppa del mondo 2006, sì o no?», hanno mostrato di non conoscere una verità semplice. Bene, sono veramente in forma per una bella intolleranza radente su tutto quello che mi può rovinare lo spettacolo. Mi fido soltanto dei calciatori, delle magliette, delle bandiere, degli allenatori e dei risultati. Speriamo che San Referee tenga una mano sulla testa degli arbitri perché, già a quest’ora, ne ho viste a sufficienza. Domani giochiamo noi. Per un’altra volta si ripeterà il miracolo. Saremo tutti dalla stessa parte. Forza ragazzi.
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