MUSICA




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Un "Exile" di nome e di fatto (Il disco imperdibile degli Stones)

Riascolti i suoni di «Exile on Main Street», la voce mai così determinata di Mick Jagger, e ti rendi conto intanto che il rock è - era - quella roba lì; e ti rendi anche conto che nessuno di coloro che oggi si dicono rock, per quanto bravo e noto, vuole o cerca o è in grado di restituire il senso di vitalità, immediatezza e ricchissima semplicità che hanno fatto grande quella musica, nel momento in cui rappresentava autenticamente lo spirito del tempo. Nemmeno i Rolling Stones, del resto. E non sarà un caso se, seguendo la moda del rilancio di vecchi e fondamentali dischi - magari per suonarli in concerto, poi - il premiato marchio degli ora ultrasessantenni miliardari fighetti, incerto ancora se continuare o no un percorso di invenzione, sforna il 18 maggio la ristampa di «Exile», che per molti è stato la punta massima della loro produzione, e per destino baro fu invece uno dei meno acquistati, seguiti, amati, perfino cantati.
Disco registrato nel 1971, uscito nel 1972. Quasi trent'anni fa: e arricchito ora, nella «deluxe edition» in due cd, di dieci inediti (più o meno, inediti) d'epoca, scovati in ore di ascolto dalle orecchie fine di Don Was, su incarico dell'Amministratore Delegato Mick. Don ha tirato su materiali a volte odorosi di bootleg, e ha fatto ricantare una sola canzone al Boss, «Following the river»; ha fatto aggiungere qualche chitarra su altri pezzi come «Pass the Wine», la cui esistenza era già nota ai fans con il titolo «Sophia Loren»; ha aggiunto una sorta di replica di «Tumbling Dice» che s'intitola «Good Time Women» ma con liriche diverse, come del resto accade nella nota «Soul Survivor» con la voce di Keith. E' tutto rock rigorosamente d'epoca, non dà bidoni.

Ma i Rolling Stones non possono limitarsi a una ristampa, seppure con superbonus come questa, e via. E' così che le trombe suonano e suoneranno, in questi giorni. Perché il progetto promozionale è massiccio, e complicato. Escono anche: un libro di Bill Janovitz (con Il Saggiatore) che analizza le tecniche di registrazione e testi delle canzoni, raccontando aneddoti e storie di quel periodo magmatico per la band; e un documentario in DVD, «Stones in Exile» (qui la data d'uscita è ancora in mano agli strateghi del marketing) che lo stesso giorno 18 Mick Jagger si scomoderà ad andare a presentare al Festival di Cannes.

Tornerà così, Jagger, sulla scena del delitto. Perché «Exile on Main Street» fu registrato proprio da quelle parti. Gli Stones si stavano riprendendo dall'orribile guaio del concerto di Altamont, avevano preso un nuovo chitarrista - l'eccellente Mick Taylor - e oppressi dai debiti per la mala gestione del precedente manager Allen Klein, appena licenziato, si erano messi in mano a un amico di Jagger, naturalmente un banchiere, Loewenstein, che aveva ordinato loro di riparare all'estero per evitare ulteriori tasse. Scelsero per l'«exile» proprio i dintorni della Costa Azzurra, sistemandosi ciascuno in villone e villazze non proprio a un tiro di schioppo l'una dall'altra. Keith, con la moglie Anita Pallemberg e il figlio Marlon, approdarono a Villefranche in una villa che era stata quartier generale dei nazisti e che diventò il quartier generale di «Exile on Main Street».

Jagger stava nei dintorni di Cannes, con Bianca Perez che sposò proprio in quel periodo a Saint-Tropez (il giorno delle nozze, a Londra, fu arrestata per ubriachezza molesta la sua ex fidanzata Marianne Faithfull). La formazione originaria si arricchiva in big band, con il trombettista Jim Price, il sax Bobby Keys e Nick Opkins e Ian Stewart che si davano il cambio al piano. Erano carichi, gli Stones, di voglia di mostrare chi davvero fossero, dalle coste di quella terra solare così poco amata nella loro patria. Si sentivano esuli, per quanto esuli chic, carichi di fama e senza problemi di spese. Ma tanta tensione, se giovò moltissimo alle infinite e caotiche sessions notturne che partorirono l'album, si tradusse pure in esagerate assunzioni di droga; soprattutto Keith naturalmente si diede da fare, anche con l'aiuto del leggendario Gram Parsons ed Eric Clapton, che si installarono da lui per mesi. Ora Keith Richards ha appena annunciato, per l'autunno, l'uscita di una sua autobiografia, e Johnny Depp si sta dando da fare per filmare il racconto della storia della sua vita: sarà una ripresa di interesse su «Exile", ammesso che dell'epoca lui si ricordi qualcosa.



Marinella Venegoni

www.lastampa.it

The Rolling Stones - Tumbling Dice

The Rolling Stones - Tumbling Dice





Tumbling Dice





Wo Yeah! (Wo, wo)

Women think I'm tasty, but they're always tryin' to waste me
And make me burn the candle right down,
But baby, baby, I don't need no jewels in my crown.

'Cause all you women is low down gamblers,
Cheatin' like I don't know how,
But baby, baby, there's fever in the funk house now.
This low down bi tchin' got my poor feet a itchin',
Don't you know you know the duece is still wild.

Baby, I can't stay, you got to roll me
And call me the tumblin' dice.

Always in a hurry, I never stop to worry,
Don't you see the time flashin' by.
Honey, got no money,
I'm all sixes and sevens and nines.
Say now baby, I'm the rank outsider,
You can be my partner in crime.

But baby, I can't stay,
You got to roll me and call me the tumblin',
Roll me and call me the tumblin' dice.

Oh, my, my, my, I'm the lone crap shooter,
Playin' the field ev'ry night.

But baby, I can't stay,
You got to roll me and call me the tumblin' dice, (Call me the tumblin')
Got to roll me (yayes), Got to roll me, Got to roll me (Oh yeah)
Got to roll me
Got to roll me (yeah)
Got to roll me (Keep on rolling)
Got to roll me (Keep on rolling)
Got to roll me (Keep on rolling)
Got to roll me
My baby, call me the tumblin' dice, yeah
Got to roll me
Baby sweet as sugar (Got to roll me)
Yeah, my, my, my yeah (Got to roll me)
I went down baby, oh
Got to roll me (hit me)
Baby I'm down

Festa per i fan: spuntano otto inediti degli Stones - di M.L. Fegiz

Una chicca per gli appassionati degli Stones. Il 18 sarà in vendita rimasterizzato "Exile on Main St" originariamente uscito nel '72 e registrato in Francia. Nove tracce partendo da "Rocks Off", passando per "Tumbling Dice" fino a "Loving Cup". Ma la vera chicca è nell'edizione deluxe che offre ben otto tracce inedite fra cui "Pass the Wine (Sophia Loren)" e due versioni alternative: di "Soul Survivor" e di "Loving Cup" che lo studioso Bill Janovitz nel bellissimo libro pubblicato in contemporanea da (Il Saggiatore, 14 euro) definisce "l''dealizzazione del mito di Exile ovvero la perfetta giornata a Villefranche-sur-Mer, con quel pianoforte traboccante di ottimismo che si può avere solo in un mattino d'estate". Edel infine lancia il dvd "Stones on Exile" che sarà presentato mercoledì a Cannes.

Fegiz
www.corriere.it

Rolling Stones - Pass The Wine (Sophia Loren)

Rolling Stones - Pass The Wine (Sophia Loren)