Toccherà, prima o poi, fare qualche mea culpa, per non rischiare di buttare via il bambino con l'acqua sporca. Meglio cominciare subito, e da Pierdavide Carone (anche perché non si sa se l'operazione sia ripetibile con qualcun altro). Carone, ça va sans dire, è stato una delle star dell'ultimo "Amici", un fiore all'occhiello per Maria De Filippi che ne va molto fiera e che mi ha detto (lei medesima) che lui non sarebbe mai andato ad Amici se non ci avesse visto dentro i discografici, e un'aria di scuola superiore adatta alle proprie ambizioni di cantautore. Mi ha fatto pena, quelle poche volte che ho visto il programma, quand'era costretto a cantare cover delle quali non gli importava (si capiva bene) assolutamente nulla.
Carone sta agli altri del giro come un geranio in mezzo a fiori di plastica. A vent'anni è un cantautore rifinito, con un mondo semplice e fresco, ma non banale, che emerge da "Una canzone pop", attualmente ai vertici delle classifiche: è il disco di un ragazzo che ha scelto la musica da dentro, con le sue vaste, brave cadute (tremenda "Guardacaso", per esempio) , ma pure con dei contenuti, con ironia (la title track) e con un buon senso della critica (vedi "Superstar"). "La ballata dell'Ospedale" (...), è un bell'esempio surreale di canzone sociale, come non capita più di ascoltare dalle nostre parti. Insomma, niente di trascendentale , ma è uno che fa questo lavoro con sincerità (più di tanti patetici big impanati nella ricerca dell'emozionare con il nulla) e che probabilmente avrà un futuro.
In quell'immenso movimento luddista della musica televisiva che si son rivelati i talent-show, il signor Pierdavide è uno che non distrugge ma costruisce.
Qualche bella notizia italiana ogni tanto, dai (è una, poi....).

Marinella Venegoni
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Pierdavide Carone - Una Canzone Pop