MUSICA




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Lasciate stare gli inediti - di Mina - La Stampa - 7.03.10

Lasciate stare gli inediti - di Mina - La Stampa - 7.03.10


“Un contrassegno rosso significa, se muoio prima di averlo finito, pubblicatelo così com’è; uno blu significa pubblicatelo, ma prima sottoponetelo a revisione». Nella sua biografia, la figlia di J. D. Salinger ha descritto l'accurato sistema di archiviazione che suo padre usava per i manoscritti che non pubblicava. Pare che ci sia moltissimo materiale che non porta alcun contrassegno. Certo mi piacerebbe enormemente leggere tutti gli inediti che ha lasciato Salinger. «Una giornata ideale per i pesci banana» era stato una folgorazione, nella mia età giovane, ma se lui aveva deciso di non dare altro alle stampe che Il giovane Holden e un paio di raccolte di racconti, faccio fatica a credere che le volontà riferite da Margaret Salinger corrispondano al suo reale intendimento.

Comprerò sicuramente tutto quello che uscirà di suo, ma non lo aprirò per un lungo periodo di tempo. Come ho fatto con Pasolini. Il suo romanzo postumo, rimasto incompiuto, Petrolio stazionava vuoi sul tavolo del soggiorno, vuoi sul mio comodino, vuoi nella mia borsa, vuoi sul cruscotto dell’automobile quando mi spostavo. Se non l’aveva pubblicato ci saranno state ragioni che, almeno io, volevo rispettare. Poi la curiosità e l’amore prevalsero. Ma mi sono sentita una maleducata dissacratrice, una zotica e sgarbata ficcanaso.

Adesso, per cambiare disciplina sempre rimanendo nella qualità stellare, sono appena usciti alcuni inediti di Jimi Hendrix. La sorella dice che ce ne sono centinaia, materiale sufficiente per «coprire» i prossimi dieci anni, almeno. E per me si ripete il busillis. È come se mi dovessi districare tra tombaroli, falsari, millantatori, in uno strano mercato. Con la certezza di essere nell’illegalità o nella profanazione. Mi sembra di rendermi complice nel perpetrare un’attività di saccheggio, uno scempio nei confronti di chi non può più operare una scelta.

La fine della vita si presenta all’improvviso e nessuno trova il momento per indicare il destino di una propria opera incompiuta. Ognuno ha la propria pietà Rondanini, la propria Turandot e forse non trova la forza di decidere se destinarla ad un tritasassi o all’estasi dei posteri. Non c’è una legge che dica che le opere non finite debbano essere bruciate, invece che nascoste da qualche avido prof ittatore. A questo proposito, mi devo ricordare di dare alle fiamme un maglioncino che sto finendo. Gli manca una manica.

www.lastampa.it

Re: Lasciate stare gli inediti - di Mina - La Stampa - 7.03.10

Ma non dare alle fiamme, per cortesia, i tuoi capolavori inediti...