MUSICA




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MUSICA
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Gli orchestrali, che pesano per il 50%, avrebbero dato 1 a Pupo: i conti non tornano

Mussolini non tollerava le stecche e nemmeno l’Orchestra sinfonica di Sanremo. Così, due giorni dopo la finale del talent-Festival, il cda dell’ensemble minaccia provvedimenti contro la contestazione degli orchestrali che in una scena "mai vista in nessun teatro" (parole del tenore Canonici, la voce del regal trio), hanno strappato gli spartiti quando sono stati comunicati i i risultati del televoto. Come dire: un limite c’è. Non è vero che si può fare proprio tutto. Anche se i dirigenti Rai in questi giorni si sono mostrati assolutamente sereni, assolti dal "lodo audience". Spallucce sulle mai chiarite violazioni del regolamento e sui sospetti di plagio. Da Noemi a Pupo (un oncologo di Sondrio sostiene di avere scritto una melodia molto simile a Italia amore mio). E Morgan ha detto che il brano di Mengoni ha molti pezzi suoi: provengono dal brano che lui scrisse per la finalissima di X Factor, ma che non venne accettato. E tuttavia c’è stata una rivolta spontanea.

Anche il pubblico ha fischiato sonoramente, per non dire della sala stampa letteralmente impazzita. "Non vogliamo attaccare nessuno - spiega il presidente del cda, Giuseppe Formichella - ma ci teniamo a difendere l'immagine della nostra orchestra di fronte all'opinione pubblica". Una trentina gli orchestrali nel mirino del cda: gli stessi che facevano parte dell'orchestra del festival di Sanremo insieme ad altri professori scelti dalla Rai. Formichella, nell'annunciare provvedimenti nei confronti di chi "ha sbagliato", vuole anche capire dalla Rai se il lancio degli spartiti fosse stato o meno concordato. In caso affermativo, si tratterebbe di un momento di spettacolo e non di un atteggiamento lesivo dell'immagine dell'orchestra. Cioè: se la Rai non ha nulla da eccepire, capo chino. Altrimenti, se Mazza, Mazzi e soci han qualcosa da ridire allora vai con i provvedimenti disciplinari. La contestazione non era né annunciata, nè tantomeno concordata: quindi ora sono guai per gli orchestrali con smanie rivoltose (che però incassano la solidarietà di un altro Mazza: Enzo, presidente di Fimi-Confindustria, la federazione che rappresenta le aziende discografiche italiane).

Tra l’altro, la Rai ben si guarda da usare le "sue" orchestre (Roma, Torino), che dispongono di professionisti internazionali: dà il Festival in "appalto" all’orchestra sinfonica di Sanremo. Ma perché gli orchestrali hanno così rumorosamente protestato? Le prime indiscrezioni dicono che loro avevano votato in massa contro Pupo, assegnando come voto 1. E 10 a Malika: l’insurrezione non a caso è scoppiata quando la Clerici ha comunicato l’esclusione di Malika. Siccome la loro preferenza pesa per il 50 per cento, i conti non tornerebbero.

Nessuno ci vede chiaro sull’insidacabile televoto, del resto è coperto da una specie di segreto istruttorio. Il capostruttura Rai Antonio Azzalini rivela a Repubblica che fino all’ultimo momento era in testa il trio dei pupari. Poi c’è stato il sorpasso di Valerio Scanu. Guarda un po’: verso l’ora di chiusura del televoto, in sala stampa comincia a circolare la voce secondo cui Pupo non vuole vincere, ma solo piazzarsi bene.

E così puntualmente accade. Intanto lui avrebbe chiuso ieri il contratto per una tournée da un milione di euro e il principe è subissato di richieste di ogni tipo da tutte le televisioni del globo. Il Codacons ha chiesto il sequestro dei tabulati telefonici del televoto. Ora l’esposto finirà sul tavolo di un magistrato: non ci resta che sperare nella (ancora) obbligatoria azione penale. Anche quando in mezzo ci sono i soldi, tanti: 75 centesimi moltiplicati per un milione di sms arrivati nella serata finale. A quale numero? Il 48444, che per una "fortunata coincidenza" è lo stesso della trasmissione di Pupo, I Raccomandati. E poi c’è il giro delle scommesse: secondo le stime Agicos, il Festival ha attirato giocate per almeno 370mila euro.

Pupo ne ha scommessi solo mille, ma non sulla sua vittoria (scaramanzia? vaticinio?). Però ha detto che questo Festival gli ha provocato un’emozione fortissima come quando ha perso 130 milioni (di lire) a Saint Vincent. Molti i dubbi sul televoto, che non è certo un "modo per fidelizzare il pubblico", come sostengono a viale Mazzini. "Questo Principe col Pupo ha ricevuto una valanga di preferenze. E sono perplesso: solo Pupo è un cantante, il Principe no", spiega Cristicchi ai microfoni di Radio2. Scettica anche Caterina Caselli, la discografica del "casus belli" Malika. E il motivo c’è: nonostante le rassicurazioni sul sistema blindato e certificato dal notaio, l’azienda non comunica i risultati, come invece si dovrebbe fare (e si farebbe in qualunque altro posto del mondo).

Il meccanismo, sofisticato, rende molto difficile smascherare eventuali trucchi. Si possono acquistare pacchetti di sms premium: il sistema accetta fino a 5 voti provenienti da una scheda. Però basta avere molti "amici" a cui distribuirli. Si ricorderà che Lele Mora ammise di aver investito 25mila euro in televoti per far vincere l’Isola a Walter Nudo. Lecito? Sembra di sì: legale non sempre fa rima con morale.

Da il Fatto Quotidiano del 23 febbraio

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2444040&title=2444040