MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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IL SANREMO DI CHI...

IL FESTIVAL DI SANREMO? DI CHI?

Il sessantesimo Festival di Sanremo doveva festeggiare la canzone italiana. Non l’ha fatto!
Abbiamo assistito ad un programma che ha visto protagonisti prodotti nati dai vari talent show e tanto coccolati dai grandi personaggi che fanno piccola la nostra tv.

La cosa che più impressiona di questo festival sono i primi tre classificati, nell’ordine: Amici, la Rai (in duetto con i Savoia) e X Factor. Niente contro nessuno dei partecipanti, in questa Italia così democratica, così presa dal “fatto del giorno” e dal “divo del momento”, tutto poteva accadere. Anzi, per un momento ho pensato addirittura che potesse vincere un Ruggeri o un Cutugno! Pensate che pazzo che sono… pensate che io, quando penso al Festival, prima ancora delle giurie demoscopiche, dei televoti, dei voti dell’orchestra e di tutti gli altri sistemi, penso a Domenico Modugno, penso a Claudio Villa, penso a Nilla Pizzi, penso a Pippo Baudo e Mike Bongiorno, penso alla rivoluzione di Adriano Celentano, penso a quando in gara potevi trovarti Johnny Dorelli in coppia con Don Backy per interpretare “L’immensità”, penso a quando in strada la gente, nel 1960, si chiedeva “Libero? No romantica” alludendo alle due canzoni… una della coppia Modugno – Reno e l’altra Rascel – Dallara.
Penso a quei festival. A quella canzoni. A quelle serata che duravano poco, quasi solo il tempo per far sentire le canzoni.
Ma oggi è tutto cambiato! Oggi c’è bisogno dell’ospite, c’è bisogno di un programma che da una mano al programmone! C’è bisogno di fare ascolti alti altrimenti tutti vanno male e il presentatore viene giudicato un fallito!

Vogliamo analizzare cosa è successo quest’anno? Ne parlano tutti, e quindi, perché dovrei parlarne anche io?! Addirittura, in un programma, hanno acceso una discussione in marito ai dei capelli di Povia! Li laverà? Non li laverà? Ma a noi che e ce frega?

Si da troppa importanza a questo Festival? Sarà anche giusto, ma dobbiamo ricordare che è un programma televisivo e basta. Che chi va a Sanremo è una rappresentanza (purtroppo vera) di quello che viviamo culturalmente in Italia!
Fateci caso… spediamo tra i Big il vincitore di “X Factor” Marco Mengoni e lo facciamo arrivare al terzo posto! Facciamo vincere, come l’anno scorso, un giovanotto proveniente da “Amici”, la fabbrica dei sogni di Maria De Filippi! Mettiamo al secondo posto un improponibile trio (il cantante, il principe e il tenore… sembra il titolo di un film) e poi in gara ci troviamo nomi che tornano nel panorama musicale solo una volta l’anno, appunto per Sanremo, per presentare poi una canzone mediocre.
Ma non solo… ci mettiamo di tutto, anche qualche nome noto come Toto Cutugno che sceglie di duettare con Belen Rodriguez, la onnipresente showgirl (ahahahah) che ti ritrovi prima all’Isola dei Famosi, poi a inaugurare negozi a destra e sinistra e poi in veste di cantante in quella squallida ripresa di “Sarabanda” condotta da Teo Mammuccari, volgare più che mai, protagonista con la Diva Argentina di alcuni siparietti giocati sul doppio senso che neanche il più modesto degli attori del varietà di bassa lega avrebbe accettato di portare in scena.

Ma tutto è buono per incassare ascolti, anche le polemiche per le esclusioni di Malika Ayane (che ha portato un bel pezzo) con la rivolta dell’orchestra e degli illustri professori che erano così indignati da farsi due risate condite con le urla del pubblico in sala. “Venduti!”… e la Clerici sottolineava che il televoto decreta la lista degli eliminati e dei vincitori… Ha detto bene! E mi fermo qui, perché ce ne sarebbe da dire…

Veniamo alle canzoni.
Arisa ha presentato “Malamorenò”, un bel pezzo cantato con le Sorelle Marinetti. L’avrei fatta vincere! Per quale motivo? Mi sta simpatica! Punto e basta… tanto, meglio lei che altri!
Alcuni vedendo Malika Ayane con gli occhiali da sole, hanno avuto l’impressione di vedere l’ombra della Giuni Russo degli anni Ottanta, la Giuni popolare e amata di “Un’estate al mare” ma anche di brani sofisticati come “Una vipera sarò”. Siamo su due pianeti diversi. Giuni era l’arte fatta persona. Malika Ayane è brava, una voce particolare, una canzone buona. Meritava comunque un terzo posto.
Cristicchi si è lamentato saltando e attirando sorrisi. Ma il pezzo graffia poco.
Toto Cutugno ha portato una bella canzone ma l'interpretazione gli ha regalato una esclusione!
Nino D’Angelo poteva fare di meglio e poteva impegnarsi di più, e qui anche avrei molte cose da dire circa il cantautore napoletano.
Irene e I Nomadi hanno detto che “Il mondo piange”… ascoltando la canzone ho capito perché!
Marco Mengoni ha portato un bel pezzo… dicono che ha tanto talento, ha una bellissima voce. Non lo nego, ma quando fa certi sguardi, mi fa impressione! Sembra che voglia menarmi! … A Mengò, io nun t’ho fatto niente!
Moro ha portato una canzone che non fa rumore e senza rumore è stato escluso dalla finale.
Noemi ci ha regalato un bel pezzo, una bella interpretazione. Qui, secondo me, già si può parlare realmente di talento!
Povia?! E cosa si può dire di Povia? Tanto rumore per una canzone… per niente bella, per niente nuova, per niente scandalosa, per niente una canzone! Qualcuno dirà che è stato “furbo” visto l’argomento del brano. Sicuramente è stato furbo. E gli altri?! Ognuno cerca a suo modo di essere furbo. Certo, lui fa capire esplicitamente il gioco, che quest’anno però, non gli è riuscito!
La canzone “Italia amore mio” cantata da Pupo con Emanuele Filiberto e Luca Canonici non è bruttissima. Bisognava riscrivere il testo, togliere dei passaggi in cui il brano assomiglia troppo a “Over the rainbow” (i vari “la la la la la la” del tenore, ascoltateli!), cambiare gli interpreti, tranne il povero Canonici tirato in mezzo a questa strategia acchiappa-ascolti.
Ruggeri ha portato un buon pezzo, non certo uno dei migliori, ma non meritava l’eliminazione. Bello l’arrangiamento!
I Sonhora… hanno cantato “Baby”… e hanno duettato con Dodi Battaglia… e poi sono stati esclusi… analizzo i fatti perché non posso dire né bene e né male…
E poi Valerio Scanu…
Il festival ogni anno mi sorprende sempre meno. E’ come un libro giallo scritto male… dalla prima pagina si capisce già chi è l’assassino!

… Comunque mi ci ritrovo in questo Festival, riconosco l’attuale Italia vittima del televoto, schiava dei programmi televisivi più brutti e senza alcuna conoscenza della storia…

Re: IL SANREMO DI CHI...

CIAO OTTAVIO
CONDIVIDO tutto quello che hai scritto
sono deluso, che tristezza
se questo e' il futuro musicale dell'Italia
come si dice a Firenze "poeri noi"""
vincent dj