MUSICA




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I malinconici pronostici per stasera

Se fosse un Festival di Sanremo «normale», non ci sarebbero dubbi: Malika Ayane potrebbe mettere insieme il gradimento dell'Orchestra e dei televotanti, inclita e popolo dei nostri giorni. Sarebbe un pronostico ragionevole e non azzardato, che tiene conto - per la sua canzone - di quel raro equilibrio di cantabilità e qualità con il quale (talvolta) il Festival ha saputo fare i conti. Ma Sanremo «normale» non è più, dall'anno scorso quando Marco Carta ha sbaragliato chiunque: sorprendendo con la forza non certo di una canzone (moscia) ma della popolarità televisiva arrivata da «Amici», che lo ha fatto votare, per l'80 per cento, da persone fra i 12 e i 20 anni. E dunque, tocca scorrere l'elenco dei 15 gareggianti con un occhio diverso, che non tenga conto dei tradizionali criteri con i quali si ragionava sui pronostici sanremesi.

Bei tempi, quando un mese prima ascoltavi le canzoni del Sanremone e riuscivi subito a capire almeno la terna dei favoriti, e spesso indovinavi pure il vincitore. Ora non può più essere così. A decretare la star di quest'assurda kermesse sulla Riviera dei Fiori, è per il 50 per cento l'Orchestra (dunque prevarrà un criterio di qualità musicale) e per il 50 per cento il televoto (dove conta la popolarità): ma poi, sui primi tre classificati con tale criterio, la regola prevede che si abbatta un televoto finale purissimo.

Chi ne uscirà vivo? Se Malika Ayane fosse stasera in una terna e scattasse il televoto, molto probabilmente non uscirebbe incoronata: troppo chic, per come va oggi il mondo dei televotanti. Più probabilità avranno di certo i ragazzi usciti dai talent show, alquanto in forze quest'anno (l'anno prossimo sarà peggio di sicuro): Valerio Scanu da «Amici», Marco Mengoni da «X-Factor» e in ultima istanza Noemi, che miracolosamente ha messo insieme una breve militanza televisiva in X-Factor con invece un percorso autonomo successivo di studio e lavoro in proprio, come «Per tutta la vita» (la sua canzone) ha lasciato capire: chissà che non le serva, questa sera. Ma è volto televisivo pure Ruggeri, che ieri sera si è visto fuori, amareggiatissimo, con Fabrizio Moro); e sono volti televisivi Pupo ed Emanuele Filiberto, non a caso ripescati dal televoto dopo esser stati sbattuti fuori da una giuria demoscopica: e che ieri sera, tra l'altro, hanno giocato sporco, uscendo dalle regole del Festival con il lungo pistolotto di Marcello Lippi che ha preceduto la performance.

Dunque bisogna forse cercare il vincitore in questo mazzolin di nomi. In pratica, c'è una contesa fra Amici, X-Factor e Raiuno: com'è giusto in fondo che sia, in un Festival che è ormai solamente un format tv, in un mondo che vive in funzione della tv, in un paese guidato da un mogul della tv. Valerio Scanu - come Pupo&Il Principe ripescato grazie alla sua forza televisiva -, ha una canzone appena sufficiente ma intimista e cantabile, e buona voce senza lode; gli giocano contro la mancanza di carisma e l'aria dimessa. In quanto a Marco Mengoni, è l'esatto contrario di Scanu: la sua personalità eccessiva, fuori dalle righe, domina una voce duttile e senz'altro fuori dal comune ma in un brano di nessuna cantabilità (sono anche esiti di carriere improvvisate: ora, anche fra i big, Sanremo deve fare la balia). E comunque, c'è quasi da scommettere che nella terna dei probabili vincitori finirà per entrare anche Pupo, alla faccia dei 4 e dei 2 che si è preso dalla critica in questa settimana. Il senso dell'eleganza, l'educazione alla musica, sono fatti remoti.



Marinella Venegoni

www.lastampa.it