MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​



​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​



MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
L'inciucio nascosto: la mezz’ora di Cocciante era un favore al suo produttore Mazzi

La prima notizia: stasera finisce. Non si sa chi lo vince, ma non è importante. La seconda notizia: torna la prolissità dei tempi di Baudo. La terza serata del Festival (buoni gli ascolti, oltre 10 milioni, e lo share, 46 per cento) deborda ben oltre la mezzanotte, e a quell’ora la quindicenne Jessica Brando non può esibirsi: lo vieta la legge sul lavoro dei minori. Ma le basta un video per essere promossa dal televoto emotivo di un paese senza più figli né regole da rispettare. Leggendo le precedenti pagine di questo giornale, vi sarete certo imbattuti in ben altri motivi d’indignazione, se un briciolo d’indignazione v’è rimasto. Dunque il vostro cronista quasi s’imbarazza a riferirvi queste piccole storie ignobili e sempre uguali. Ma il dovere non è mai vergogna. E il dovere del cronista è porre domande.

Domanda numero uno. Esiste ancora una legalità al Festival?
Dopo l’incredibile e protervo fervorino di Lippi, ieri sera prima dell’esibizione di Pupo & Savoia, la risposta è definitivamente no. Sono stati violati, con la benevola tolleranza della Clerici e della Rai, ogni articolo del regolamento del Festival, e ogni norma del fair play, e del buon gusto. Mai come ieri Sanremo è stato lo specchio dell’Italia.

Domanda numero due. Giovedì notte l’intervento di Cocciante tracima in un marchettone per il musical «Giulietta e Romeo». Mezz’ora. Non potevano tagliarlo, evitando di stressare i telespettatori e di far saltare l’esibizione della povera Jessica?
Gianmarco Mazzi, direttore artistico del Festival, dice che Cocciante ha fatto impennare gli ascolti. Il sito ufficiale di «Giulietta e Romeo» www.giuliettaromeo.it dice che gli organizzatori del musical sono la società Friends&Partners e Gianmarco Mazzi. Scusate: dev’essere Mazzi l’unico cretino in Italia che si fa un problema per il conflitto d’interessi?

Domanda numero tre. Il voto degli orchestrali del Festival pesa per il 50 per cento sui risultati. Gli orchestrali sono pagati dalla Rai: non potrebbero subirne pressioni per avvantaggiare questo o quel cantante - o sedicente tale? La Rai precisa che, per trasparenza, gli orchestrali devono dichiarare per iscritto di non avere conflitti d’interesse - cioè di non suonare abitualmente per qualcuno dei cantanti in gara. Non era questo il problema, ma questa è la risposta.
E poi scusate: devono essere gli orchestrali gli unici cretini in Italia che si fanno un problema per il conflitto d’interessi?

Domanda numero quattro. Dice Mazzi, a proposito della minorenne Brando: «Quando ho visto che le lancette andavano avanti e la mezzanotte era ormai vicina, già mi stavo preoccupando di come permettere a Jessica di esibirsi comunque all’Ariston. Poi per fortuna è finita com’è finita, il televoto l’ha premiata...». Per fortuna? Il capostruttura di Raiuno Antonio Azzalini sembrava saperlo fin da subito, come sarebbe finita: l’altra notte, appena esploso il caso-Jessica, e mentre ancora cantavano gli altri giovani in gara, in sala stampa gridava: «Avrete una sorpresa dal televoto!». Sorpresa dopo sorpresa, la stessa Brando ieri s’è esibita per prima: posizione di alta visibilità, e ottenuta, garantisce Mazzi, per casuale sorteggio, e non per risarcimento.
Scusate: a Raiuno sono tutti fortunati, o tutti veggenti?

E domanda finale: ma che paese è questo che coinvolge una ragazzina di quindici anni (quindici anni!) in una così sconcia vicenda? Stupisce in tale contesto che Mazzi rivolga una reprimenda (accorata) ai cantautori italiani che hanno respinto i suoi inviti al Festival: «Peccato che non siate venuti». Dissentiamo. Hanno fatto benissimo. Questo non è un paese per galantuomini.

Gabriele Ferraris
www.lastampa.it