MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Sanremo: Sarà Irene Grandi con il brano La cometa di Halley la prima a scendere in gara

Pronti, partenza, via. Il primo giorno del 60esimo Festival di Sanremo è arrivato. Mistero Morgan a parte (non è ancora chiaro se e come il cantante, fisicamente assente, "interverrà" sul palco dell'Ariston) sarà Irene Grandi con il brano La cometa di Halley la prima a scendere in gara. La sua esibizione canora arriverà dopo l'intermezzo d'avvio con Paolo Bonolis e Luca Laurenti, primi ospiti di questa rassegna. Quindi a seguire la gara proseguirà con Valerio Scanu in Per tutte le volte che, Toto Cutugno con «Aeroplani» e Arisa con «Malamorenò». A questo punto ecco l'altro ospite, il calciatore Antonio Cassano. La gara riprenderà con Nino D'Angelo che con Maria Nazionale eseguirà Jammo jà; Marco Mengoni con Credimi ancora. Altra pausa per dare spazio a un nuovo ospite, la bruttina con la voce da usignolo Susan Boyle, star di Britain's Got Talent.

Poi in serie tutti gli altri artisti in gara, con Simone Cristicchi in Meno male; Malika Ayane con Ricomincio da qui; il trio Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici con Italia amore mio; Enrico Ruggeri con La notte delle fate; Sonohra con Baby; Povia con La verità»; Irene Fornaciari e I Nomadi con Il mondo piange; Noemi con Per tutta la vita, e infine Fabrizio Moro con Non è una canzone. Sarà poi la volta della regina del "burlesque" Dita Von Teese, ultima ospite della serata. Quindi la conduttrice Antonella Clerici presenterà i 10 in gara per la categoria «Nuova Generazione». Infine la comunicazione relativa alle 12 canzoni della categoria Artisti che proseguono la gara.

Mentre all'Ariston si svolgevano le prove generali dei 15 big che si esibiranno in serata e arrivavano i giovani, a Sanremo è arrivata anche Patrizia D'Addario nel giorno di uscita del suo primo singolo, All You Want, su tutte le piattaforme digitali. La donna ha scelto di essere nella città dei fiori sebbene non invitata al teatro Ariston.

Regina su un palco dagli effetti speciali promessi come spettacolari e già ribattezzato "alla Avatar", Antonella Clerici. Che promette: «Sarà un festival come me, allegro e semplice». Nessun rischio di cadere per lei che non scenderà la scala, abolita dal capo-scenografo Castelli.



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Mengoni: io il superfavorito? Sono qui per farmi conoscere

Nessuno qui ha una carriera più breve della sua. Due mesi. Lo scorso 2 dicembre Marco Mengoni ha vinto « X Factor » , il talent show di Raidue, e due giorni dopo ha pubblicato «Dove si vola» il suo primo ep. E in poche settimane è diventato il favorito del festival di Sanremo: tutti i principali bookmaker (Snai, Betwin, Better e MatchPoint) danno «Credimi ancora» vincente (con quote fra 3.50 e 5) davanti a Valerio Scanu e Malika Ayane: «L’anno scorso stavo davanti alla tv a votare Malika, con Noemi la mia preferita di quest’anno, ora sono in gara. Non conta da quanto tempo fai una cosa, ma la qualità con cui la fai».

Sicuro, rilassato, non accetta i giudizi dall’alto in basso. «A chi mi chiede se sono all’altezza di Sanremo rispondo che ci vado contento di portare la mia canzone. Non sono qui per stupire, non sono né il nuovo De André né il nuovo Tenco», precisa. Comunque finisca, per lui sarà un successo: «Affronto questa avventura come la vita: dando il meglio, come se fosse l’ultima volta che faccio una cosa. Per me è già tanto se su quel palco ci salirò una volta sola».

Marco ha iniziato a cantare a 16 anni («Karaoke con la ex e gli amici»), poi sono arrivati matrimoni e feste, le cover band e il gruppo che ancora adesso lo accompagna («Non ha un nome. Quello lo scegli se vuoi sfondare. Noi ci volevamo solo divertire») e lo ha spinto a iscriversi al talent dove ha convinto tutti, anche i giudici avversari, con una voce sorprendente. «Sono partito dal soul, poi sono arrivati la dance e il rock. I preferiti? Lucio Battisti che ha cambiato il modo di cantare in Italia, i Beatles che hanno cambiato tutto, Mick Jagger da cui prendo la pazzia», elenca.

Mengoni si ribella allo snobismo verso chi ha un passato in un talent show. «Per qualcuno è uno scandalo il fatto che noi siamo a Sanremo. Sembra che il nostro percorso sia facile, che uno si possa improvvisare cantante. Forse ci confondono con quelli dei reality... Non credo che la nostra presenza sia un segnale che Sanremo è calato di livello, ma che si sia adattato a quello che accade nella società». Non sarà l’unico con quel passato. Da «X Factor» arriva anche Noemi (nei giovani c’è Tony Maiello) e «Amici» presenta Valerio Scanu. C’è rivalità? «Mi sembra riduttivo leggerla così. Non sputo nel piatto dove ho mangiato e bene, ma se quando sono uscito ero Marco di "X Factor" ora vorrei diventare Marco Mengoni. Ho paura soltanto di me stesso». Non ci sarà invece il suo caposquadra a «X Factor», Morgan, escluso per le dichiarazioni sulla cocaina. «Un peccato perché avrebbe portato qualcosa di diverso. Lui fa un genere impegnato e di ricerca per il quale non mi sento ancora pronto».

Racconta così «Credimi ancora», la sua canzone: «È nata come un rock alla Skunk Anansie, molto acida, poi l’ho ammorbidita. Il testo è autobiografico: sono uno sconosciuto e voglio far capire come sono fatto. Mostro la mia incoerenza, il non volermi mai svelare fino in fondo. Il mistero è la cosa più importante. L’ho capito leggendo un libro in cui Truffaut intervista Hitchcock e gli fa raccontare i segreti dei suoi film. Lui usava i colpi di scena per stupire, io la voce».

Venerdì uscirà «Re matto», secondo ep: «Sette brani diversi che vanno dal morbido al rock a Jamiroquai», anticipa. Il titolo viene da un passaggio del pezzo sanremese: «Mi prendo per il c... Mi piace criticarmi e riesco a capire tanto di me stesso dal veleno che mi sputo addosso».



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A Sanremo le canzoni sono solo una scusa

Da anni, il Festival è morto. È la festa della tv
Ma se ghe penso. Se ci pensa, il ligure Paolo Garimberti, presidente della Rai, viene assalito dalla nostalgia. Rivede Levanto, dov’è nato, la zia che lo ha introdotto ai misteri della tv, rivede Sanremo e gli si stringe il cuore: «Basta con nani e ballerine. Non c’entrano con le canzoni. Il Festival di Sanremo dovrebbe durare tre giorni, un brano dietro l’altro, senza dilatazioni». Per molti anni il presidente Garimberti si è occupato di biciclette e, giustamente, ha perso di vista le canzoni e la tv. In materia è molto più aggiornato l’Osservatore romano. Ma se ghe penso. Se ci pensa, al Festival, lo assale un groppo in gola: «Volete mettere l’emozione che provò il pubblico alla proclamazione della vittoria di Domenico Modugno con "Volare"? Mi ricordo bene con quale senso di attesa e coinvolgimento seguivo il Festival da bambino alla radio con mia zia, a Levanto, dove sono nato. Sarà stata un’Italia più semplice, un mondo più primitivo, ma quelle emozioni oggi si sono perse, il pubblico non è più concentrato sulla canzone».

Già, volete mettere, com’era più bella la tv in bianco e nero, quando i garzoni dei fornai e i muratori fischiettavano le canzoni sentite la sera prima, e il profumo del pane si mescolava con la fragranza di quel mondo più semplice, quando i giornalisti facevano i giornalisti, e Pasolini cercava le lucciole, non ancora escort. Ma se ghe penso. Quella dei garzoni dei fornai dev’essere una nostalgia ligure. È probabile che ai tempi di «Papaveri e papere» qualche ciclista si esibisse alla maniera di Nilla Pizzi ma l’ultimo garzone in bicicletta intravisto dalla gente comune risale a quarant’anni fa, in un carosello dei cracker Saiwa. Nel frattempo il Festival è morto. Da anni, Sanremo non è più la festa della canzone italiana ma quella della tv. Si gioca sull’equivoco solo per poter utilizzare la canzone come occasione festosa, perché, comunque, con la maschera il carnevale riesce meglio. Una volta all’anno, la tv si concede una faraonica follia, rispettata da tutti, persino dalla concorrenza, in quanto faraonica e in quanto follia. Sanremo è un rumoroso, abitudinario niente. Ma se ghe penso allôa mi veddo o mâ, veddo i mæ monti e a ciassa da Nûnsiâ. Se Antonella Clerici fosse una vera presentatrice dovrebbe accogliere il Presidente con le struggenti note della canzone simbolo della Liguria. Così noi avremmo una risposta a un’angosciosa domanda: ma perché Sanremo?

Aldo Grasso



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