MUSICA




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Clerici: Morgan sì. Rai: Morgan no (Succede sotto le nubi di Sanremo)

Scontro fra le ragioni dello spettacolo e quelle della politica, o manovra da basso impero per tenere sveglia l'attenzione sul Festival? Nel giro di cinque minuti, ieri sera, Morgan è rientrato e poi nuovamente uscito da Sanremo, senza neanche saperlo. Tutto è cominciato con l'annuncio sibillino della conduttrice Antonella Clerici a Mollica sul TG1: «Morgan ci sarà. Non posso dire in che modo, ma ci sarà», ha annunciato la Biondissima sbattendo gli occhioni; al suo fianco il direttore artistico della gara, Gianmarco Mazzi, annuiva pensosamente e in silenzio. Qualche minuto, e sui video delle italiche redazioni è comparsa una fulminea Ansa: «Morgan non sarà in nessun modo al Festival di Sanremo né di persona né in video. E' quanto si apprende in ambienti della direzione generale della Rai dopo l'annuncio al TG1 di Antonella Clerici sulla presenza del cantante escluso dal Festival».

Sconcerto. I cellulari sulla poco primaverile Riviera dei Fiori hanno cominciato a squillare, da Milano i discografici di Morgan chiedevano notizie: ma è vero, e che cosa è vero soprattutto, ormai? Chiedeva notizie pure Morgan, poverino, ormai passato da artista-maudit-a-tutto-tondo a civetta per alzare lo share: e nessuno era in grado di dire nulla nemmeno a lui.

Qualcuno intanto, dietro le quinte sanremesi, rideva come un matto: non ci si può credere, che si giochi sull'equivoco in questo modo. Il «Morgan ci sarà, non vi posso dire in che modo» della Clerici (peraltro registrato il giorno prima) può essere infatti inteso come l'annuncio di un dibattito all'Ariston sul caso Morgan, o come la ricostruzione della vicenda (magari con plastico) che ha portato alla sua esclusione dalla gara: cioè l'ormai famigerata intervista a Max - nella quale il già artista confessava di far uso di cocaina come antidepressivo - che gli ha fruttato un'esclusione direttamente dal CDA «per il messaggio incompatibile con il servizio pubblico», come ha spiegato successivamente il direttore generale Masi.

Frotte di cronisti, sulla malinconica e deserta Riviera, incominciavano un pellegrinaggio prima telefonico e poi fisico fra i ristoranti, alla ricerca delle facce utili. Mazzi era introvabile, il suo singolare (e direttore di Raiuno) ancora di più: si materializzerà solo questa mattina, alla prima conferenza stampa del Festivalone, dove si farà finalmente luce. Lucio Presta, agente della Clerici e grand commis di Sanremo negli ultimi due anni, era a Roma a festeggiare il mezzo secolo e dunque sacrosantamente più irrintracciabile di chiunque. Gli uffici stampa tacevano, ma di un silenzio irreale.

Mai si è visto niente di simile. Nel tourbillon, l'unica cosa certa è che, al di là della boutade di Antonellina la Biondona, continuano a scontrarsi le ragioni di chi vorrebbe continuare ad agitare il fantasma di Morgan davanti alle fameliche platee di Raiuno, contro la ragione suprema della Rai che spinta dalla politica è fermamente intenzionata a dare un segno forte di decisionismo, secondo lo spirito di questi tempi. Già Gasparri aveva tuonato «Nessuna marcia indietro», già Mazza aveva parlato di «Violazione del codice etico»; a tarda sera le agenzie battevano la dichiarazione di Giro del PDL, sottosegretario ai Beni Culturali, che sentita la Clerici al Tg1 sbottava: «Se fosse vero saremmo di fronte a una colossale presa in giro della Rai ai danni dei suoi abbonati che fino ad oggi avevano creduto nella giusta censura diretta al cantante dai vertici dell'azienda». Oggi, nuova puntata.

Marinella Venegoni

www.lastampa.it