MUSICA




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Aggrappati all'ultimo miracolo - di Mina - La Stampa - 14.02.10

Aggrappati all'ultimo miracolo - di Mina - La Stampa - 14.02.10


La fortuna sembra essere meno limitata di quanto si possa pensare. I confini della biologia e della fisiologia non sono poi tanto solidi. Sacche di possibile vita si nascondono anche all’interno di un diffuso sterminio. Il fato appare buono, quando non è malvagio e mortale. Ed è proprio quando ti dimostra la sua capricciosa potenza, salvando un ragazzo da uno sconquasso, che atterrisce ancora di più. Il fato è un maledetto figlio di mater ignota: ne ammazza duecentoventimila e salva Evans Mussignac per farti credere che è nobile e generoso. Quello che salta agli occhi, è la potenza fisica dell’uomo, fabbricato per poter resistere al di là dell’immaginabile. E pensare che quello che ha nella testa è ancora più prodigioso. Ma, troppo spesso, l’uso che ne fa umilia la sua stessa natura. La più recente dimostrazione di questa perfida lotteria, l’ultimo «miracolo» famoso viene da Haiti. Un sopravvissuto impossibile sbuca da un supermercato crollato, dopo ventisette giorni. Racconta di misteriosi approvvigionamenti di acqua. Per ora non se ne sa di più. A noi sembra bastare che sia vivo, invece che morto. Non sposta sostanzialmente la dimensione dell’orrore, ma, piuttosto, ci piace seguire la sua salvezza. Per provare a capirla. Versare lacrime e solo quello non è certo interessante.

Il dolore è uno stato d’animo troppo definitivo per essere percorso a lungo. Questo miracolo ha l’aspetto di una via d’uscita. Inseguire le sue ragioni, provarne una piccola gioia, usarlo per lo stupore, sezionarlo nella sua imprecisione, condirlo di scetticismi diventano i possibili appigli per una catarsi. Se mai osassimo azzardare l’ipotesi della rinascita, questa sembrerebbe essere più realistica cominciando da una buona notizia. Un salvataggio così improbabile come quello di questo ragazzo, contiene i rarissimi tratti della speranza. Dio è abbastanza buono. Ci possiamo fidare. A tutti è concessa la chance. Il miracolo, purtroppo, costituisce l’unica prova di un tale assunto. La crudeltà e la discrezionalità della fortuna sono i brutti risvolti della strana vicenda dell’esistenza. Il segreto ci affligge e ci arrabbiamo per essere esclusi dalla stanza dei bottoni. Seguiamo gli occhi sconcertati e increduli di un uomo con la pelle secca su una barella, facciamo il tifo per le flebo da cui possa partire un’irrorazione efficace. Siamo con te, Evans Mussignac venditore di riso.



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