MUSICA




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Morgan e la redenzione catodica - di Malaparte

Dice che Marco Morgan Castoldi, forse, potrebbe anche redimersi da Bruno Vespa a Porta a Porta. Potrebbe confessare al mondo, all’Italia, a quella fetta di italiani sveglia a quell’ora che si prende anche la briga di guardar Porta a Porta, che lui è pentito, che lui si sta disintossicando e che ha tutte le carte in regola per continuare a gareggiare al prossimo venturo Festival di Sanremo.

Il festival della canzone nazional-popolare, quando uno dei suoi protetti sbaglia, pubblicamente, allora deve pretendere, per accoglierlo nuovamente sotto la sua ala protettrice, una redenzione nazional popolare.

Dovesse farlo sul serio, Morgan si toglierebbe il manto da artista maudit che si è creato e diventerebbe, semplicemente, un allineato. E non è questione di difendere o meno Morgan. Non è questione di fare gli antimoralisti, gli antiipocriti. La domanda che si dovrebbe rivolgere a tutti coloro che hanno parlato in merito alla faccenduola è: quanti di voi, dei vostri colleghi, amici, fanno uso di sostanze stupefacenti? Quanti ne fanno mistero a parole facendo i moralisti e poi, inequivocabilmente, con i loro atteggiamenti in pubblico rivelano il vizietto? Quanto è forte l’abuso di alcool, in un certo senso droga di stato?

E, poi, sul clamore. Vi ricordate che levata di scudi ci fu a difesa di Paolo Calissano? Vi ricordate il caso Kate Moss?

Ora. Si pretenderebbe che Morgan debba essere cacciato dal Festival perché in qualche modo si è reso testimonial della droga. Potrei anche concordare, anche se vorrei analizzare il virgolettato:


Io non uso la cocaina per lo sballo, a me lo sballo non interessa. Lo uso come antidepressivo.

Potrei anche concordare, a patto che tutti coloro che si rendono protagonisti di comportamenti e modelli deteriori e pericolosi subiscano lo stesso trattamento. E vedete bene, che qui il problema diventa ampio. Chi decide, chi dev’essere allontanato dalla tv? Io, per esempio, allontanerei coloro che, in tv, beninteso, - ché Morgan non è andato a far spot pro-crack in televisione. Ne ha parlato su Max. E tutto il resto è alimentato dal plotone di esecuzione che ci deve marciare perché l’argomento tira, mi si concederà il gioco di parole - inneggiano a non rispettare le leggi, coloro che insultano il prossimo, quelli che se la prendono con i gay, con gli immigrati, con chi la pensa diversamente da sé, coloro che sputano sentenze su argomenti che non conoscono, coloro che contribuiscono alla cattiva informazione o alla disinformazione, coloro che favoriscono - invece che osteggiare - il concetto bello = di successo. Altra roba, dirà qualcuno.


Morgan ha fatto l’apologia della droga, dirà qualcuno. Be’, condizionare socialmente un esercito di adolescenti illudendoli che il modello vincente sia quello del nepotismo all’italiana, del clientelarismo, dello stacco di coscia, del decolléte, della totale assenza di spirito critico, dell’uniformarsi all’altro, probabilmente non ha effetti devastanti sul breve periodo. Ne ha di terrificanti sul medio-lungo periodo.

Allora, forse, giacché il maledettismo è sempre esistito, giacché la droga è, se mai, un problema sociale che non va di pari passo con le questioni personali di un artista, giacché le droghe che fanno comodo si pubblicizzano comunque, giacché chi ne fa uso e abuso si trova a tutti i livelli della società (e quindi è inutile che si tuoni genericamente chi fa uso di droga è complice della mafia, espressione tanto populista quanto quella di chi vorrebbe una liberalizzazione totale), forse bisognerebbe smettere di farne un problema etico e morale per salvare la faccia.

Probabilmente bisognerebbe spiegare, per cominciare, che



Il crack induce dipendenza psichica e può portare un aumento del numero delle assunzioni. Un consumo continuato e prolungato può portare all’alienazione dell’individuo con sintomi simili alla schizofrenia o a stati paranoici accompagnati da deliri e allucinazioni. La morte di solito può sopraggiungere per overdose, per colpo di calore e arresti respiratori e/o cardiaci.

Per cominciare.

Forse la redenzione catodica, forse tutto questo parlarne non è ulteriore, indiretta, pubblicità al consumo, secondo la stessa logica degli accusatori?
Forse bisognerebbe fare un programma di approfondimento su quali siano le cause della droga. Ma anche sul motivo per cui in Italia siano aumentati, per la prima volta e in controtendenza con l’Europa, i fumatori. Ma anche su quanti siano i morti per alcolismo. E su quali siano le cause sociali che determinano tutto questo.

Sarebbe un passo avanti. Eliminerebbe quantomeno la grande differenza fra l’apparenza e l’esperienza diretta. Renderebbe il mondo della televisione meno scollato da quello della realtà.



http://www.tvblog.it

Claudia Mori difende Morgan a Il Fatto del giorno: "Ingiusto escluderlo da Sanremo"

Chi l’avrebbe mai detto? Mentre gli storici compagni di avventura, Francesco Facchinetti e Mara Maionchi, hanno speso parole dure sulla condotta di Morgan, prendendo le distanze dalla sua situazione, è proprio la sua “nemica” Claudia Mori a difenderlo a spada tratta, esternandogli tutto il proprio sostegno.

La signora Celentano è intervenuta telefonicamente durante Il Fatto del giorno di Monica Setta, confermando la sua solidarietà, già mostrata a mezzo stampa, al cantante escluso da Sanremo per il suo appello pro-droga:

“Trovo una forma di ipocrisia escluderlo dal Festival. E’ come dire, sei diverso e ti metto da una parte. E’ una cattiveria. Mi piacerebbe vivere in una società più comprensiva. Le droghe fanno malissimo, sia chiaro, ma inizi a dare l’esempio chi dovrebbe darlo, visto che la droga gira anche in Parlamento. Se dovessimo fare una distinzione tra buoni e cattivi, allora a Sanremo non dovrebbe andarci nessuno. Tra l’altro penso che Morgan si riferisse al passato: io ci ho lavorato a X Factor e non mi è sembrato che avesse problemi di questo genere”.

Monica Setta ha aggiunto di aver sentito a sua volta Morgan per telefono, trovandolo traumatizzato. Ora l’artista si è affidato a una squadra di avvocati per studiare un’appropriata strategia di comunicazione in risposta all’esclusione. Sul suo sito ufficiale c’è, intanto, un invito a sospendere ogni giudizio in attesa di altre comunicazioni.



http://www.tvblog.it

Sono rei confessi di utilizzo di droghe: Povia, Emanuele Filiberto, Fabrizio Moro e Irene Grandi

Cocaina


3 febbraio 2010


Sullo scandalo Morgan-cocaina-cacciata da Sanremo ho rilasciato una dichiarazione ufficiale, dopo aver cercato rapidamente su Google che sono rei confessi di utilizzo di droghe: Povia, Emanuele Filiberto, Fabrizio Moro e Irene Grandi.

ADINOLFI: FESTIVAL DELL'IPOCRISIA, LA GRANDI SI FUMAVA SPINELLI A RAIUNO

"La cacciata di Morgan dal cast di Sanremo lo trasforma nel festival dell'ipocrisia, adeguato al tempo regnante in Italia. Sarebbe divertente ora fare l'antidoping al cast dopo ogni serata". Mario Adinolfi sul suo blog contesta la cacciata di Marco Castoldi dalla gara canora sanremese per le dichiarazioni sull'uso di cocaina rese (e poi smentite) a un periodico: "Informo i vertici Rai che, nel cast principale, su quindici residui partecipanti al concorso ben quattro hanno ammesso esplicitamente di aver usato droghe: sono sua maestà Emanuele Filiberto, Povia, Fabrizio Moro e Irene Grandi. Quest'ultima si è addirittura vantata pubblicamente di aver fumato uno spinello in diretta su Raiuno davanti a Carlo Conti. Se facessimo la prova del capello, che evidenzia l'utilizzo di sostanze stupefacenti negli ultimi sei mesi, sicuri che solo Morgan finirebbe esposto al pubblico ludibrio? E dei vertici delle reti e delle testate giornalistiche della Rai vogliamo parlare? Anche lì un test antidroga lascerebbe tutti tranquilli? Quegli stessi vertici che hanno selezionato comunque Morgan per Sanremo. Io ho lavorato con lui anni fa a Raidue e sapevo bene del suo problema con la droga, ci ha anche scritto una nota canzone con il suo gruppo Bluvertigo. Conoscevo solo io la sua condizione e quella canzone? Il festival dell'ipocrisia si macchia gravemente con questa cacciata: racconta di essere specchio di un'Italia dove la polvere dilaga e goffamente si accetta solo se resta sotto il tappeto".

Al di là del caso Sanremo, la vicenda di Morgan può essere utile per fotografare il dilagare dell'uso della cocaina in Italia. Secondo una ricerca Cnr, i consumatori abituali di cocaina nel nostro paese sono più di un milione, una cifra enorme, anche perché tutti concentrati nelle classi medio-alte del paese. Il consumo di cocaina è normalità e riguarda giornalisti, cosiddetti vip dello spettacolo, dirigenti radiotelevisivi, professionisti e ogni ambito dove ci sia giro di soldi. E' un fiume di coca. Si snifferà anche a Sanremo. Basterà prendere qualche faccia delle prime file, quelle del notabilato, uno su tre sarà fatto o si farà.

Questa è la realtà.



http://marioadinolfi.ilcannocchiale.it/