MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​



​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​



MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
Daniele/D'Alessio/Ranieri in trio - Prima sfida in dialetto a Sanremo

Daniele/D'Alessio/Ranieri in trio - Prima sfida in dialetto a Sanremo




L'esplicito invito di stampo bossiano a favorire l'uso dei dialetti nelle canzoni in gara al sessantesimo Sanremone, inserito nel regolamento che esce in questi giorni, si porta già dietro una curiosa novità che ci fa piombare nel Festival, anche se mancano tre mesi giusti. Per la kermesse che debutterà il 16 febbraio 2010, si parla di un supertrio Made in Napoli: Pino Daniele, Gigi D'Alessio e Massimo Ranieri. Trio già destinato a fracassare le ossa - nel televoto che anche questa volta proclamerà il vincitore - a ogni timido tentativo di affermazione di comaschi o veneziani o sardi. L'idea parte da lontano, dal Morandi/Ruggeri/Tozzi del 1989, che con «Si può dare di più» svincolò per sempre la popolarità di Gianni Morandi. Vent'anni dopo, tutto cambia perché nulla cambi. Nel Festival che ha sempre dato largo spazio al linguaggio napoletano, i tre numeri uno copriranno diversi segmenti di gusti: malgrado le non troppo brillanti ultime produzioni, Pino Daniele resta campione di sperimentazione e contaminazione (all'Ariston potrebbe limitarsi a suonare); Massimo Ranieri copre egregiamente il coté classico, mentre Gigi D'Alessio sarà quello che accontenta i gusti più facili. Tra l'altro, la partecipazione di quest'ultimo in veste di protagonista di uno show del sabato sera su Raiuno, subito dopo il Festival, rende indispensabile proteggerlo dentro un trio, per scansare eventuali figuracce che non gioverebbero al lancio.

Al progetto si lavora da mesi, dopo che a sorpresa l'anno scorso Pino Daniele invitò al suo concerto in piazza del Plebiscito il D'Alessio, dal quale fino ad allora lo separavano una montagna di sapide polemiche (anche a sfondo politico, essendo fino a quel punto il primo a sinistra, il secondo Pdl). Giggi si beccò allora senza fiatare i fischi della piazza: ma il mettere insieme adesso il trio significa per lui un riconoscimento artistico che finora era mancato: ciò che non poté lo spessore delle canzoni, può oggi un programma tv come Sanremo, ormai un semplice format.

Intorno a Sanremo crescono dunque le prime voci, a lievitare l'attenzione intorno alla torta festivaliera finora ignorata dai media. Sconcerto ha suscitato la scelta, in una edizione celebrativa come questa, di far condurre la gara ad Antonella Clerici, simpatica pagnottona antianoressia, estranea comunque al mondo della musica se non per la partecipazione al Bonolis Uno. Anche qui tra l'altro (come già nella Prova del Cuoco dov'era autore), la Biondissima si porterà dietro in veste di consulente il compagno Eddy Martens (padre della figlia Maelle che compirà un anno durante il Sanremone) di 12 anni più giovane di lei e con un passato di animatore in villaggi turistici. Forse in attesa di una carriera alla Fiorello, Eddy partecipa con piglio alle riunioni in corso per la kermesse, consolidando con la sua presenza il filone nepotistico che donne di successo hanno mutuato dalle abitudini maschili: Simona Ventura, portandosi l'ex marito a «Quelli che il Calcio», non ha fatto che imitare proprio la Clerici.



Marinella Venegoni
www.lastampa.it